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Buffon: “Gioco per dimostrare di essere diverso dagli altri. Non escludo un futuro da ct”

20.10.2016 | 11:08

Buffon

Gianluigi Buffon, portiere della Juventus e della Nazionale, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera nella quale ha parlato di presente, passato e futuro: “Rido in campo per sdrammatizzare. Racconto un aneddoto che le fa capire come vivo certe situazioni, con la pazzia che non mi abbandona mai: sabato vincevamo 2-1 con l’Udinese e a 15 minuti dalla fine si avvicina Perica e mi dice: ‘Ti faccio gol’. Io gli rispondo: ‘Guarda che me lo stanno facendo tutti, se vuoi far notizia non segnare!’. E mentre lo dicevo, ridevo come uno scemo. E pensavo: meno male che sono così e mi aggrappo alla follia per uscire da certi momenti. L’errore è qualcosa che mi provoca uno choc: non sono abituato, capita e faccio fatica ad accettarlo. Sono molto autocritico, continuo a darmi scudisciate psicologiche e morali per tanti giorni: da me non accetto certi errori. Mi stizzisco quando toccano certi argomenti: ho 22 anni di carriera alle spalle, penso di aver dimostrato qualcosa. E l’ultima stagione buona non l’ho fatta tre anni fa: sono stato protagonista dell’Europeo, dentro e fuori dal campo. Per cui stiamo un po’ calmi. Io gioco per dimostrare di essere diverso dagli altri: a 38 anni posso fare delle cose che gli altri non hanno mai fatto. Questa è la mia sfida, a casa mia di proibito non c’è nulla. Futuro? Il calcio è il mio mondo da 32 anni. Il campo è la parte più bella, ti regala emozioni che danno senso alla vita. Un ruolo di allenatore con la sua quotidianità non mi piacerebbe. Un ruolo da c.t. invece non lo escluderei a priori: mi rimarrebbero le emozioni del campo, ma anche un po’ di libertà per dedicarmi ad altre cose”.

Il numero uno bianonero prosegue: “La vera anti Juve è la Juve stessa? Qui c’è il gioco di non prendersi responsabilità, di dire che il favorito è l’altro, per il budget, il fatturato, eccetera: lo trovo ridicolo. Sulla carta la Juve è la più forte ed è un dato di fatto. Sul campo sta vincendo, che è una cosa diversa: secondo me la Juve deve migliorare, perché se abbiamo velleità europee non ci può bastare quello che stiamo facendo ed esprimendo in campo adesso. Donnarumma? Nonostante sia il triplo di me, Gigio è come se fosse un fratellino. È un ragazzo particolare, molto pacato: alla sua età io ero completamente diverso. È riflessivo, intelligente, ha delle qualità straordinarie. Ha tutto per fare la storia del ruolo. Bisogna solo aspettare 20 anni e tirare le somme. Io 20 anni fa dissi a una giornalista russa che sarei potuto diventare migliore di Jascin, diedi quella risposta perché allora come oggi sono nemico giurato del luogo comune e di chi ti vuol uccidere in grembo i sogni e non ti vuol far spiccare il volo. Visto che sono un amante indefesso della libertà, lo trovo inaccettabile. Higuain? La professionalità e la positività. Sfido chiunque a venire come attaccante più pagato e più forte e fare quattro panchine: eppure è un esempio dentro e fuori dal campo. Avevamo bisogno di gente così. Come anche Benatia o Dani Alves: la scelta dei nuovi è stata eccezionale”.

Foto: sito ufficiale Juventus