Cala il sipario sul Milan di Berlusconi, una storia lunga 30 anni

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20 febbraio 1986 - 5 agosto 2016: 30 anni, 5 mesi e 16 giorni, tanto è durata l’epopea di Silvio Berlusconi alla guida del Milan come azionista di riferimento. Da oggi il futuro del club sarà realmente a sfondo asiatico, dopo il preliminare di vendita firmato con la cordata cinese capeggiata da Han Li e Yonghong Li. Una svolta arrivata all’esito di una telenovela protrattasi per ben 18 mesi, da Mr Bee in poi abbiamo assistito a un tourbillon di blindatissimi vertici ad Arcore, trattative esclusive, comunicati, smentite e chi più ne ha più ne metta. Ma da oggi, carta canta in attesa del definitivo, si può dire che il 99,93% della società passerà in mani orientali, per 740 milioni di euro complessivi (tenendo conto di una situazione debitoria stimata in circa 220 milioni).



Sulla sponda rossonera dei navigli finisce un’era nel complesso ricchissima di successi, offuscata in parte dalle ultime cinque, deficitarie, stagioni (le ultime tre conclusesi con la mancata qualificazione alle Coppe europee). Ecco il palmarès definitivo del Milan targato Berlusconi: 8 scudetti, 6 Supercoppe italiane, 1 Coppa Italia, 5 Coppe dei Campioni-Champions League, 2 Coppe Intercontinentali, 1 Mondiale per Club e 5 Supercoppe Uefa, per un totale di 28 trofei. Un numero esorbitante, che ha consentito al Milan anche di presentarsi come club più titolato al mondo.

Cinque i calciatori che hanno levato al cielo il Pallone d’Oro ai tempi della loro militanza all’ombra di San Siro: Marco Van Basten (vittorioso in tre occasioni), Ruud Gullit, George Weah, Andriy Shevchenko e Ricardo Kakà. Riconoscimento mai attribuito, ingiustamente, a Franco Baresi e Paolo Maldini, monumenti difensivi di respiro planetario. Arrigo Sacchi, Fabio Capello e Carlo Ancelotti gli allenatori che più hanno lasciato tracce indelebili. Ma nel Milan grandi firme di questi 30 anni uno è stato il comune denominatore: Silvio Berlusconi, che rilevò in tribunale da Farina una società derelitta per poi catapultarla nell’Olimpo dei più grandi. La speranza, per i supporters del Diavolo, è che la nuova gestione possa riportare il club rossonero ai fasti di un tempo. A questo punto, delle tre tradizionali big del calcio italiano solo la Juventus resta di proprietà italiana: le due milanesi hanno adesso gli occhi a mandorla, mentre sulla Roma giallorossa sventola dal 2011 la bandiera a stelle e strisce.



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