Calafiori: i giovani e il loro bisogno di fiducia, tempo e anche di una pacca sulla spalla

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Troppo spesso in Italia ci si lamenta che non si punta sui giovani, o quantomeno non abbastanza come all’estero. Il Bayern Monaco tira fuori Jamal Musiala, il Borussia Dortmund con Jude Bellingham, o il Manchester City con Phil Foden. E noi? Il problema è invece piuttosto di non vedere quanto succede nel nostro paese, ma anche al di fuori. Spesso molti allenatori in caso di emergenza preferiscono adattare un giocatore esperto ma fuori ruolo, o quando invece puntano sul giovane della Primavera ci si aspetta sempre qualcosa di straordinario. L’esempio del classe 2005 Chaka Traorè del Parma ne è un esempio: finito sotto tante, troppe critiche per degli errori nella sfida contro il Milan che hanno portato al gol dei rossoneri, come se il fatto che avesse 16 anni non significasse che possa sbagliare. Chissà quante volte avranno sbagliato i talenti delle big sopracitati prima di arrivare a quel livello, magari in campionato dove le partite non di cartello non sempre vengono seguite come quelle di Champions League. Discorso comune per Riccardo Calafiori, finito ai meriti per la bella azione personale che ha portato al gol del pareggio della Roma. E tutto nasce da una intuizione di Paulo Fonseca, che in seguito all’infortunio di Spinazzola nell’andata di Amsterdam, invece che adattare qualcun altro giocatore, ha deciso di puntare sul 18enne per la sfida valevole per i quarti di Europa League, una sfida che vedendo il percorso in campionato della Roma acquisisce sempre più importanza ai fini degli obiettivi stagionali. Mossa che sicuramente agli occhi dei più sarà apparsa rischiosa. E invece il tecnico portoghese ha avuto ragione, ha vinto la sua scommessa. Perché si i giovani si dice sempre siano delle scommesse, e come ogni scommessa a volte si vince altre si perde, ma bisogna avere il coraggio di farle, perché solo chi ci prova può avere dei risultati. Ieri è andata bene e Riccardo ha fatto una prestazione maiuscola, ma anche nel caso non fosse stato così, non bisogna criticare un giovane ma bensì dargli una pacca sulla spalla e ritentare, che chissà, magari la prossima andrà meglio.     Foto: Roma Twitter