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ESPERIENZA E GOL PESANTI: EMANUELE CALAIÒ, L’ARCIERE NON SMETTE DI COLPIRE

13.11.2017 | 09:20

Emanuele Calaiò: L’Arciere, per servirvi. Più che altro per servire la causa del nuovo Parma, passato da poco anche formalmente in mani cinesi e che sta rivestendo il prevedibile ruolo di matricola terribile in cadetteria. Già, perché dopo aver ottenuto la promozione, superando in finale playoff l’Alessandria, la società emiliana ha consentito al diesse Faggiano di varare una campagna acquisti all’altezza delle ambizioni di una piazza che, avendo assaporato anche l’ebbrezza dei trionfi europei, non può che reputare la Serie A il suo habitat naturale. Al tecnico della promozione D’Aversa, salito sul treno in corsa lo scorso dicembre, è stato consegnato un organico in grado di ben figurare anche in Serie B. In avanti i ducali hanno portato a termine operazioni importanti, dallo sfortunato Ceravolo attualmente ai box dopo essere finito sotto i ferri, a Luca Siligardi, Antonio Di Gaudio e Roberto Insigne, quest’ultimo finalmente instradato sulla via della consacrazione. Dopodiché sono stati confermati i protagonisti del salto di categoria: Nocciolini (poco impiegato), il rampante Baraye e – appunto – il navigato Emanuele Calaiò. C’è stato un brevissimo periodo, in estate, durante il quale il Parma ha riflettuto sulla posizione del 35enne attaccante palermitano, autore la scorsa annata di 17 reti. Anche perché sul taccuino dei crociati c’era anche un nome eccellente, quell’Alessandro Matri con il quale era stata raggiunta l’intesa per un triennale. Ma poi il Sassuolo ha ceduto soltanto Iemmello e il Parma è stato ben lieto di presentarsi ai nastri di partenza con il roster attuale. Mossa azzeccata, considerato che Emanuele ha già timbrato 5 volte il cartellino all’interno di ben 4 vittorie, due delle quali portano esclusivamente la sua firma. L’ultima ieri, il blitz al Tombolato di Cittadella piazzato grazie alla doppietta del centravanti siciliano: due zampate da rapinatore d’area, entrambe a suggello di meravigliose azioni corali, quasi da manuale del calcio.

Emanuele nasce a Palermo subito dopo le feste natalizie del 1982, l’8 gennaio, e trascorre importantissimi anni del periodo della formazione nella Panormus, per poi nel 1997 spiccare il volo verso il florido settore giovanile del Torino. Due anni e mezzo dopo l’esordio in prima squadra, da predestinato: il 6 gennaio del 2000 sostituisce Fabio Pecchia al 49’ della trasferta di Reggio Calabria e impiega solo 8 minuti per mettere a segno il suo primo gol in A, che non servirà ai granata per evitare la sconfitta al Granillo ma gli fa guadagnare le prime copertine. Dopodiché il club piemontese lo gira in prestito in B prima alla Ternana e poi al Messina, ma l’esplosione tra i cadetti arriva a Pescara con le 21 reti realizzate nel 2003-04. Nel gennaio del 2005 Calaiò accetta di scendere di categoria, ma solo perché a chiamarlo è il Napoli, che Emanuele trascina al doppio salto fino alla Serie A mettendo a referto ben 32 gol in due campionati. In A gli spazi alle falde del Vesuvio si restringono, la punta non riesce ad incidere come vorrebbe in maglia azzurra, appena 7 presenze da titolare su 31 totali con 3 centri all’attivo, e così nell’estate del 2008 saluta la Campania e fa il biglietto per la Toscana. Ad attenderlo c’è il Siena, la squadra alla quale Manu lega il clou della sua carriera nella massima serie, eccezion fatta per un anno in B. Alla fine della fiera saranno 50 i gol marcati nei quattro anni e mezzo spesi all’ombra dell’Artemio Franchi senese. Nel gennaio del 2013 il fugace e infruttuoso ritorno semestrale a Napoli, prima di passare al Genoa e quindi assestarsi in Serie B: Catania, poi Spezia dopo la retrocessione degli etnei per le note vicende legate al calcioscommesse. I gol sono sempre arrivati, ben 179 quelli messi a referto in carriera dallo strutturato attaccante (180 cm per 76 kg) prossimo al compimento dei 36 anni, che dal 4 agosto del 2016 ha iniziato a lavorare con un obiettivo non troppo recondito: un altro doppio salto di categoria, per riportare – dopo il Napoli – anche il Parma là dove merita. Compiuta la prima parte della missione, la seconda inizia a prometter bene se è vero, com’è vero, che i gialloblu sono quarti in classifica a soli 2 punti dalla capolista Palermo. Con l’esperienza di Calaiò a giocare un ruolo fondamentale.

Foto: Facebook ufficiale Parma