Settimana da dimenticare per il Monaco. Prima la batosta casalinga contro il Porto in Champions: uno 0-3 inequivocabile, nel remake della finale del 2004 vinta ai tempi dalla formazione allenata da José Mourinho con lo stesso risultato, soltanto che all’epoca si giocò a Gelsenkirchen. Poi, ieri sera, la ghiottissima chance sciupata sempre al Louis II contro il Montpellier. La compagine di Der Zakarian, che lo scorso weekend era riuscita ad imporre lo 0-0 alla corazzata Paris Saint-Germain, è riuscita a fermare anche la corsa della squadra del Principato, che aveva l'occasione di isolarsi temporaneamente in testa alla classifica della Ligue 1. Invece, alla luce del beffardo pareggio maturato in pieno recupero, il Monaco ha sì agganciato il Psg a quota 18 punti ma oggi pomeriggio ai parigini basterà conquistare l'intera posta in palio, al Parco dei Principi contro il Bordeaux, per scappare a più 3. Per i campioni di Francia in carica sarà sicuramente difficile riconfermarsi, vuoi perché sotto la Tour Eiffel, per ripristinare egemonia e grandeur, hanno fatto man bassa sul mercato con i due acquisti - da 400 milioni di soli cartellini - di Neymar e Mbappé, vuoi perché dalla sessione estiva il Monaco è uscito inevitabilmente indebolito, per le cessioni dello stesso Mbappé, di Bakayoko al Chelsea e di Bernardo Silva e lo sfortunato Mendy al Manchester City, senza considerare le operazioni in uscita meno onerose che hanno chiamato in causa Germain e, soprattutto, Saint-Maximin. Di contro, i vari Jovetic, Keita, Tielemans, Kongolo, Diakhaby, Ghezzal e Jordi Mboula (oltre a Benaglio, vice Subasic) allo stato attuale non possono materialmente dare chissà quali garanzie, dovendo ancora calarsi appieno nel canovaccio di Jardim, che comunque è riuscito a trattenere calibri del livello di Lemar, Fabinho e Falcao. Lo stesso Falcao che ieri sera aveva sbloccato il risultato nel primo tempo, con una spaccata da rapinatore d’area su assist di Rony Lopes.
Il veleno però all’ASM è stato somministrato in coda. Al 92’, infatti, Souleymane Camara, che era subentrato a Ninga 19 minuti prime, ha sfruttato la torre di Berigaud e, sempre di testa, ha trafitto Subasic in - maldestra - uscita. Una rete che ha visto l’imbarazzante complicità di tutta la retroguardia dei padroni di casa, letteralmente imbambolata sul classico campanile della disperazione scodellato dalla trequarti nelle battute finali. Un gol importante, per gli equilibri del campionato, per la tranquilla classifica del Montpellier (che naviga a metà graduatoria con 9 punti malgrado i soli 5 gol segnati, 6 quelli subiti), e soprattutto per il diretto interessato. No, non ci riferiamo esclusivamente al fatto che Camara era un pesante ex di turno (9 reti nelle 72 presenze accumulate tra il 2001 e il 2006 con la maglia del Monaco che lo formò a livello giovanile, esperienza inframezzata da una breve parentesi al Guingamp), bensì ad un interessante dato statistico. Con l’incornata di ieri Souleymane è infatti arrivato a 70 reti con la maglia del Montpellier, raggiungendo al secondo posto della classifica marcatori di tutti i tempi del club Jean-Marc Valadier. Sapete chi c’è in testa con ben 84 realizzazioni? Un ex difensore col vizio di gol: l’ex ct della Francia, nonché ex allenatore del Psg ed ex calciatore di Inter e Napoli Laurent Blanc. Un traguardo significativo per l’esperto attaccante esterno senegalese, uno dei tre reduci (con l’eterno Hilton e Pionnier) della squadra che nella stagione 2011-12 oltralpe fece saltare in banco, vincendo il campionato contro ogni pronostico. Primo titolo in assoluto, impresa paragonabile bene o male a quella del Leicester di Ranieri, anche se la concorrenza in Premier era decisamente più agguerrita. Agli ordini di René Girard, in quel MHSC, c’erano il bomber Giroud, Cabella, Belhanda, Stambouli e Yanga-Mbiwa, ma Camara recitò un ruolo chiave, mettendo a referto 9 gol e 7 assist nelle 33 presenze accumulate in quella indimenticabile stagione, al termine della quale il mitico presidente Louis Nicollin, scomparso tre mesi fa, si tinse a quasi 70 anni i capelli di arancione e blu, i colori del club: quelle foto, come gli appassionati di calcio internazionale ricorderanno, fecero il giro del mondo. Proprio Nicollin, lo scorso 24 maggio, aveva spinto per fare sottoscrivere l’ennesimo rinnovo (fino al 2018) al “suo” Camara, che prelevò nel 2007 dal Nizza (che a sua volta nel gennaio 2006 lo aveva acquistato dal Monaco) in prestito con diritto di riscatto, opzione poi puntualmente esercitata. Brevilineo e guizzante (174 cm per 71 kg), Camara è stato protagonista delle pagine più belle scritte dal Montpellier, i cui colori sin qui ha difeso in ben 376 occasioni, andando a segno come detto 70 volte e servendo 33 assist. Ieri Souleymane, nato a Dakar il 22 dicembre del 1982, in prossimità dei 35 anni ha zittito Montecarlo, un colpo grosso che di certo resterà impresso nella memoria del navigato specialista senegalese (35 presenze e 7 reti in Nazionale, avventura conclusa nel 2012). Da qui a giugno, chissà, la bandiera Camara magari proverà a convincere Laurent Nicollin, che ha ereditato dal padre anche la presidenza della club, a prolungarli la fiducia: sì, il vecchio leone può ruggire ancora.
Foto: L'Equipe