Cambiano le date del mercato: bene, bravi. Ma il resto quando? Mai?
06.03.2018 | 23:15
Era diventato un passaparola: cambiamo le date del mercato. I calciatori non vogliono giocare fino al 31 agosto, non sono concentrati. Gli allenatori detestano fare la formazione e inserire gente che è in odore di trasferimento. Ci hanno martellato per mesi e mesi, sono intervenuti agenti, dirigenti, addetti ai lavori di ogni tipo. Bene, bravi: avete avuto lo sconto. Poco più di venti giorni in meno tra la sessione estiva e quella invernale. Chiuderemo a Ferragosto e dintorni, da una piscina ai 45 gradi: che bello, abbiamo prenotato un drink. Ci sono quelli che smanettano su Twitter (a proposito, ma i social devono essere proprio aperti a tutti?) scrivendo “che bello, avremo le rose al completo prima dell’inizio del campionato”: sono gli stessi che o non hanno una mazza da fare (probabile), oppure mai hanno mosso un dito sui veri problemi del calcio. A maggior ragione se questa gente appartiene al mondo dell’informazione e per diletto scrive sui… social. C’era chi avrebbe voluto addirittura abolire il mercato di riparazione, oppure anticiparlo a novembre come si faceva anni e anni fa. Ci sono agenti che fanno i moralisti, magari sono gli stessi che mettono un loro assistito contro la rispettiva società, chiedendo di andar via malgrado un ricco e lungo contratto. Ma ormai qui va bene tutto, amen. Perché noi siamo in Italia, popolo di poeti e navigatori, ma spesso – troppo spesso – andiamo indietro piuttosto che avanti.
Avrebbero voluto abolirla, la sessione di gennaio, dimenticando che non ci sono soltanto i grandi club, ma anche le piccole società delle categorie inferiori che spesso devono aspettare l’ultimo minuto per avere un prestito. Benissimo così. Ma adesso fateci una cortesia, cambiate il resto. Non abbiamo un commissario tecnico, un presidente di Figc, soltanto da poche ore un presidente di Lega; sui diritti televisivi è una “guerra” da sempre; il problema stadi non è stato risolto; se nevica in serie B si blocca tutto, non esistono i teloni, meglio rinviare e non esiste l’alibi del dover tenere il terreno sgombro per la tecnologia; i campionati di C partono con società alla frutta e spesso sono falsati; una partita tra tifoserie non proprio amiche viene spesso vietata ai minori e ai maggiori. Lo sconto sulle date di mercato lo abbiamo avuto, lo hanno avuto. Ma il resto quando, mai? Per non diventare patetici…