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Canovi: “Mercato più corto? Speriamo di non essere gli ultimi”

07.09.2017 | 23:45

La notizia del giorno è indubbiamente la decisione della Premier League di anticipare la chiusura del prossimo mercato estivo. Un anticipo di ben 22 giorni, dal momento che si passerà dal 31 al 9 agosto, ossia al giovedì antecedente l’inizio dell’edizione 2018-19 del massimo campionato inglese. Un orientamento che ha già incontrato il favore di numerose società italiane, espressesi per bocca di dirigenti verticistici, oltre che del presidente dell’Uefa Aleksander Ceferin. Per approfondire l’argomento, abbiamo contattato in esclusiva per il nostro sito l’avvocato Dario Canovi, decano dei procuratori sportivi italiani:

Favorevole o contrario alla chiusura anticipata del mercato estivo?

“Assolutamente favorevole, sarebbe una svolta positiva per tutte le parti in causa”.

 Si aspettava che fosse la Premier a fare la prima mossa, considerato che anche in Inghilterra diversi top club, come Tottenham, Chelsea e Liverpool, hanno chiuso operazioni importanti il 31 agosto?

“No, onestamente no, ma la cosa non mi meraviglia perché stiamo parlando della Lega più organizzata in Europa, con un’ottima visione di insieme e che offre un prodotto che funziona benissimo”.

In Italia il coro d’approvazione sembra essere pressoché unanime, crede che sia possibile un immediato allineamento all’Inghilterra?

“Innanzitutto si deve capire chi decide. La Federazione? Non credo. La Lega? Al momento è inesistente, quindi dipenderà anche dall’evoluzione degli eventi. In generale non sono molto ottimista sui tempi, speriamo di non essere gli ultimi ad anticipare la chiusura del mercato”.

Cosa cambierebbe fattivamente per voi operatori: il mercato entrerebbe nel vivo prima?  

“Secondo me si entra già adesso nel vivo subito. Diciamoci la verità, il mercato inizia l’1 gennaio e finisce il 31 dicembre, quando ho iniziato io l’Inghilterra aveva il mercato aperto tutto l’anno! Per quanto riguarda la tempistica, se si ancorasse la fine del mercato all’inizio del campionato in Italia cambierebbe poco, dal momento che la Serie A inizia solitamente nella parte finale di agosto, al di là del fatto che l’anno prossimo è quello del Mondiale. Il problema è solo uno, a prescindere dalla deadline: da noi certe cose si fanno sempre all’ultimo secondo dell’ultimo giorno, anche operazioni importanti come quella di Milito con il famoso lancio del contratto. Lavoro nel calcio da 40 anni e ancora non ho capito il perché di questa abitudine, mi auguro che in futuro ci sia più raziocinio”.

Altri campionati top, come Premier, Bundesliga e Ligue 1, solitamente iniziano prima. Se in Italia la chiusura del mercato, per quanto anticipata, fosse effettivamente successiva non ci sarebbe il rischio di disparità?

“Disparità vere e proprie no, qualche problema sì, ma sarebbero comunque problemi risolvibili lavorando nell’ottica dell’unità di intenti. Servirebbe qualche accorgimento, ad esempio le società dovrebbero andare a ridiscutere l’operatività di quelle clausole ‘rescissorie’ valide fino ad un determinato periodo temporale. Nel senso che magari qualche club estero potrebbe presentarsi verso la fine della sua sessione, a quel punto per una società italiana sarebbe un problema perché poi avrebbe meno tempo per ovviare alla partenza del calciatore in questione. Ma sarebbero dinamiche interne alle singole società”.

Chiosa dedicata alla sessione di gennaio: il suo pensiero al riguardo?

“Concordo con quanto asserito in passato da Massimiliano Allegri: in inverno il mercato dovrebbe finire a dicembre, prima dell’interruzione del campionato, così durante la sosta gli allenatori potrebbero già lavorare con i nuovi acquisti e avrebbero più tempo per integrarli”.

Jody Colletti

 

Foto: europacalcio.it