CAPRADOSSI, LA SECONDA POSSIBILITA’ PER DIVENTARE GRANDE
Una seconda opportunità. Per tornare dove, 12 mesi fa, il duro lavoro stava per aprire le porte di un sogno. Ecco riassunta, in una frase, l’apice ed il punto più basso della stagione (e forse della carriera) di
Elio Capradossi. Vent’anni, nato in
Uganda ma cittadinanza e nazionalità del Belpaese, il giovane difensore centrale è pronto a riprendersi ciò che la sorte gli ha tolto lo scorso 3 settembre: quella possibilità di vestire, da protagonista, la maglia della
Roma. Perché
Elio Capradossi avrebbe già potuto raggiungere questa meta, visto l’ottimo pre campionato dell’estate scorsa e la fiducia di
Rudi Garcia. Un difensore moderno, abile nello stacco di testa in entrambe le fasi di gioco, dotato di buona velocità e bravo ad anticipare l’avversario. Doti che avevano colpito l’ex allenatore francese dei giallorossi, che aveva deciso di averlo con se nella preparazione estiva e nelle tournée. Buona prestazione nella vittoria estiva contro il
Real Madrid negli
Stati Uniti, più un quarto d’ora nel test interno con il
Siviglia che ha aperto la stagione della Roma. La possibilità di andare in prestito, ma il club ha insistito per
tenerselo a portata di mano e farlo crescere con la prima squadra, rifiutando il
Brescia ed il
Livorno dell’ex giallorosso
Panucci. Tutto sembrava presagire l’inizio di un percorso all’interno della prima squadra giallorossa: la speranza di ripercorrere, anche se in ruoli diversi, le carriere di
De Rossi e
Totti con il sodalizio della
Capitale. Un talento cresciuto in casa: dopo esser arrivato in Italia a solo un anno di età (era il 1997), ha iniziato la sua carriera alla
Lazio per poi approdare prima alla
Spes Artiglio e poi alla
Lodigiani. Dal club capitolino passa poi alla
Roma, dove inizia la scalata fino alla prima squadra. Si mette in mostra subito e si conferma con le varie rappresentative del club. Oltre ai giallorossi lo notano a
Coverciano, dove viene convocato regolarmente in azzurro nelle varie fasce d’età, con gol messi a segno con l’
Under 15 e 16 azzurra. Per il ‘
piccolo Juan’, chiamato così per la somiglianza con l’ex difensore giallorosso, nefasto fu un pomeriggio con l’
Italia Under 20 (match contro la
Germania) in cui si ruppe il legamento crociato. Una mazzata: intervento a Villa Stuart e sei mesi lontano dalle competizioni ufficiali. Un sogno che sembrava finito e la parentesi con il
Real Madrid bella da raccontare ai nipotini davanti al caminetto. Ma il primo segnale di fiducia arriva proprio dal club giallorosso, che con il giocatore sul lettino d’ospedale gli ha dato fiducia gli ha rinnovato il contratto fino al 2020, come da accordi presi prima dello stop. Attestato che ha dato la forza di ricominciare al giocatore, poi la riabilitazione insieme a
Kevin Strootman (i due hanno legato molto) ed il ritorno, nella
Youth League, contro il
Paris Saint Germain il 9 marzo 2016 in terra transalpina. E da quel momento le cose hanno ripreso a macinare piano piano. La ripresa della partite al campionato
Primavera, con la vittoria all’inizio di giugno al
Mapei Stadium dello scudetto contro la
Juventus ai rigori per 7-6, con lui in campo per tutti i 120’. Prestazione da leader e da vero capitano la sua, una delle migliori nella stagione proprio nell’attimo più importante, dimostrando di essere già pronto per responsabilità e palcoscenici di un certo tipo. Vittoria e partite che hanno ridato fiducia al giocatore, ora pronto a vestire la casacca del
Cesena per conquistarsi con fatica e sudore la Serie B. E poi riprendersi quel sogno sfuggito dodici mesi fa: la prima squadra giallorossa...
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