Ultimo aggiornamento: martedi' 14 gennaio 2025 15:35

CAQUERET, SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE

14.01.2025 | 15:00

Maxence Caqueret al Como. Una prospettiva che qualche anno fa non sarebbe parsa solo come una suggestione, ma come una realtà totalmente immaginifica, impossibile da realizzare. Certo, il Caqueret che Fabregas ha accolto nelle ultime ore non è di certo quello di cui tutto il mondo si è innamorato nell’estate del 2020, in quell’atipica Champions League rimandata di qualche mese per via della pandemia.

Il talento francese sbocciò proprio in quelle settimane nel Lione, insieme ai sogni e alle speranze dei tifosi, che proprio in quel periodo riabbracciavano la speranza di poter tornare a godere dello sport più bello del mondo. E un talento di questa portata non poteva che nascere di pari passo con la rinascita del calcio. I primi segnali delle immense qualità del classe 2000 giunsero nella gara di ritorno contro la Juventus, in cui venne schierato a sorpresa da Rudi Garcia. Un giocatore dal fascino magnetico, elegante, sinuoso, e con una confidenza nei confronti della sfera dai tratti inquietanti. Era impossibile strappargli via il pallone dai piedi, agiva come un regista navigato, e la coraggiosa scelta a sorpresa del tecnico francese (che nella sfida di andata si era invece presentato con la mediana di sostanza Tousart-Bruno Guimaraes) ripagò con il passaggio del turno. Se quella gara parve un’allucinazione collettiva, una settimana dopo Caqueret tenne a confermarci che invece era tutto vero, eravamo davvero davanti alle prodezze di un fenomeno. Contro il Manchester City di Guardiola, che tentennava in Premier ma sfrecciava in Champions League, la gemma del Lione ripropose quanto fatto contro la Juve di Sarri, ma con ancora maggiore convinzione. Scambiava con Aouar, si muoveva per il campo, costruiva, si inseriva in area, una prestazione da giocatore totale. In mezzo a Rodri, Gundogan e De Bryune, quello dal talento superiore sembrava essere proprio Maxence Caqueret, che dava davvero l’impressione che quelle gare sarebbero state il preludio della nascita del miglior centrocampista degli anni ’20, di un profilo che avrebbe segnato il calcio del nuovo decennio. A fermare il Lione dovette pensarci il Bayern Monaco, che arrivò a vincere quella surreale Champions contro il PSG, per 1-0. Ma anche in semifinale, Caqueret mise in mostra verticalizzazioni, estro e qualità, ma niente di tutto ciò bastò per raggiungere l’ultimo atto della competizione: la squadra di Flick era oggettivamente superiore.

Dopo quell’edizione, purtroppo nessuno ha più avuto il privilegio di riveder giocare Caqueret in Champions League, e già dalle stagioni successive la sua figura è andata affievolendosi, come spesso accade agli amori estivi. Come in un sogno di una notte di mezza estate.

Il classe 2000 nella stagione successiva prende in mano le redini del centrocampo del Lione (e non sarebbe potuto essere altrimenti), imponendosi come uno dei migliori centrocampisti della Ligue 1. A fine stagione il club chiude il campionato al quarto posto, a due punti dalla qualificazione in Champions League. La parabola discendente di Caqueret inizia però proprio nella stagione 21/22.

A succedere a Garcia fu Peter Bosz, allenatore che non riuscì mai a imporre il suo gioco alla squadra, e uno dei pochi a rendere con efficacia quell’anno fu proprio il nostro protagonista, fermato però in primavera da un infortunio al menisco, nel momento cruciale della stagione. Senza Caqueret, il Lione crolla: fuori dall’Europa League e ottavo posto in Ligue 1. La stagione 22/23 fu proficua dal punto di vista realizzativo (4 gol e 7 assist), anche per via dell’arrivo di Blanc, che porta a fine stagione un settimo posto. Troppo poco per le aspirazioni di un talento come Caqueret, che decise però di rinnovare il contratto fino al 2027, una scelta che a posteriori forse si è rivelata essere (almeno per adesso) la condanna della sua carriera. Da quel momento infortuni, crisi societarie e tanta confusione hanno trascinato nel baratro calcistico il calciatore, che negli ultimi mesi è anche stato protagonista di varie esclusioni dal gruppo. A Caqueret negli ultimi anni sono chiaramente mancati gli stimoli, anche per via una squadra che si è gettata progressivamente nella mediocrità, e che oggi si vede costretta a cedere i suoi talenti migliori per sperare di rimanere nella massima serie.

Di questa crisi e della voglia di rilancio del calciatore ne ha approfittato il Como, che per il cartellino ha versato nelle casse del Lione circa 17 milioni di euro, con un contratto fino al 2029. Non è stato di certo facile lasciare la squadra in cui gioca da quando aveva 11 anni, ma soprattutto non è stato facile lasciarla in questo modo. Ma nel calcio, come nella vita, bisogna fare delle scelte, e alcune di queste sono dolorose.

La Serie A e il calcio di Fabregas potranno di certo essere uno stimolo importante per il calciatore, che a 24 anni ha ancora tutto il tempo per invertire la parabola della sua carriera. Il Como è una squadra ambiziosa, esattamente come il suo allenatore, e può rivelarsi la piazza adatta al rilancio del suo immenso talento. Caqueret potrà tornare utile sia nella fase di prima costruzione, date le capacità di leggere lo spazio e di orientarsi alla perfezione in vista del primo controllo, sia in quella di rifinitura. È infatti molto abile nella progressione palla al piede, dote con cui potrà trascinare il gioco nella trequarti avversaria e collegarsi con Nico Paz. Insomma, i presupposti per rinnamorarci del suo talento ci sono tutti. Ora spetta a lui.

Foto: Instagram Caqueret