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Carletto d’Europa, 1000 di queste panchine

25.02.2017 | 00:01

Anno di grazia 1992, dal campo alla panchina. Arrigo Sacchi non perse tempo. Carlo Ancelotti non fece in tempo ad appendere le scarpe al chiodo, che si ritrovò già nello staff dell’allora Ct della Nazionale. Le qualità da allenatore le aveva già in campo, il classico predestinato. E Carletto, da quel momento, non si fermò più. Nel 1995-96 l’esordio da tecnico in prima, al timone della Reggiana in B: promozione immediata, bingo al primo colpo. Come volevasi dimostrare. Il resto della storia è arcinota: lo splendido biennio a Parma, l’esperienza infruttuosa alla Juve (compresa la disfatta nell’acquitrino di Perugia) con due secondi posti nell’interregno dell’epopea Lippi, quindi il meraviglioso ciclo al Milan. Prima di assumere i panni di Imperatore del Vecchio Continente tra Psg, Chelsea, Real Madrid e Bayern Monaco. Squadre al top nei cinque più importanti campionati europei – Italia inclusa – per un palmarès che ad oggi annovera: tre Champions League (record assoluto, unitamente a Bob Paisley), tre Supercoppe Uefa, due Mondiali per club, uno scudetto, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana, una Premier League, una Community Shield, una Coppa d’Inghilterra, una Ligue 1, una Coppa del Re e una Supercoppa di Germania. Sì, Ancelotti ha vinto tutto, lo aveva fatto anche da calciatore (Parma, Roma e Milan le sue squadre). Più che altro ha vinto ovunque, tranne che a Torino (il successo in Intertoto lo abbiamo volutamente tralasciato). E oggi il 57enne condottiero emiliano, assolutamente in corsa per il Triplete con il Bayern, festeggerà le 1000 panchine nella casa che ha scelto dopo l’anno sabbatico, l’Allianz Arena, in occasione del match di Bundesliga contro l’Amburgo, nobile decaduta dal calcio tedesco. Auguri, Carletto d’Europa!

Foto: sito ufficiale Bundesliga