Carlo Mazzone, il “Sor Magara” dei record del calcio italiano

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Se si dovesse scrivere un libro sulla storia del calcio italiano, sarebbe scontato pensare che molte di queste pagine sarebbero dedicate alla storia di Carletto Mazzone. Mazzone con 1278 gare da tecnico detiene il record di presenze ufficiali in panchina, oltre al record di panchine in Serie A, avendo raggiunto la cifra di 792 presenze (seguono la classifica Nereo Rocco con 787 presenze, Giovanni Trapattoni con 689 e Nils Liedholm con 644. Il primo tecnico in attività è Luciano Spalletti, che si piazza settimo posto con 559 partecipazioni in panchina). Nel suo palmares vanta la vittoria di un campionato di calcio di serie C con l’Ascoli, la vittoria della Coppa di Lega Italo-Inglese con la Fiorentina e la Coppa Intertoto Uefa con il Bologna. Sulla panchina del Brescia, rimarrà nella storia l’immagine della sua corsa sotto la curva dei sostenitori dell’Atalanta che dopo aver proferito indicibili cori a sfondo razziale a causa delle origini romane del tecnico. In quell’occasione il Brescia di Mazzone sotto di due gol riacciuffa il risultato a spese dell’Atalanta proprio oltre lo scadere, con la partita che si conclude sul punteggio di 3-3. Di seguito la storia in dettaglio del recordman dei tecnici italiani. Nato a Roma il 19 Marzo 1937, Mazzone inizia la sua carriera da calciatore nelle giovanili della Roma. A 19 anni viene ingaggiato dal Latina dove raggiunge le 25 presenze nel campionato dilettantistico di 1ª Divisione-Lazio. L’anno successivo passa alla Roma nel campionato di massima divisione, esordendo nello scontro tra Roma e Fiorentina, terminato con il punteggio di 1-1. Successivamente si trasferisce alla Spal in A ed al Siena in C. Ma è con l’Ascoli che si sviluppa la sua carriere da calciatore: giocherà con la società marchigiana per 9 stagioni consecutive (dal 1960 alla stagione 1968/1969), raggiungendo le 219 presenze, accompagnate da 11 reti. Durante l’ultima stagione da calciatore, il Presidente della squadra, Costantino Rozzi, gli affidò la panchina e quindi la conduzione della prima squadra. Siede in panchina per un totale di 13 volte, con la squadra che termina la stagione al terzo posto. Nel 1971/1972 conduce l’Ascoli alla vittoria del campionato di C e sono due anni dopo si classifica secondo nel campionato di B, raggiungendo così la massima divisione. Al primo anno in A conduce l’Ascoli al dodicesimo posto in classifica. L’anno successivo diventa l’allenatore della Fiorentina, dove rimarrà per tre campionati, ma dopo un nono ed un terzo posto, l’anno successivo viene esonerato dopo 11 giornate. Nel 1978/1979 viene ingaggiato dal Catanzaro. Dopo aver raggiunto uno storico nono posto, l’anno successivo viene esonerato. Tona così all’Ascoli che allenerà per cinque stagioni, l’ultima della quale terminata con un esonero. Nel 1985/1986 allena il Bologna in B, per passare al Lecce nell’anno successivo. Il secondo anno alla guida dei pugliesi ottiene un secondo posto in classifica, ottenendo così la promozione in massima serie, dove rimarrà per due ulteriori stagioni. L’esperienza in B col Pescara si conclude con un esonero. Le due stagioni successive allena il Cagliari in A. Nel 1993/1994 allena la Roma, dove da un anno gioca Francesco Totti, che grazie al suo maestro diventerà il campione che tutti conosciamo. Dopo tre stagioni alla Roma torna a Cagliari. Si trasferisce al Napoli dove rassegnerà le dimissioni dopo sole 4 giornate di campionato. La carriera continua a Bologna e Perugia. L’anno successivo passa al Brescia dove allenerà Pirlo, Pep Guardiola ed il divin codino Roberto Baggio ormai giunto a fine carriera, ma ancora capace di dar soddisfazioni alle rondinelle. Dopo due stagioni come allenatore del Bologna, nel 2006 subentra a Donadoni per guidare il Livorno. Si conclude in Toscana l’esperienza in panchina di uno dei tecnici più iconici ed indimenticabili del calcio italiano. Foto: Twitter Serie B