FANTASIA, DUTTILITÀ E CLASSE PURA: CARLOS SOLER, L’IDENTIKIT DEL PREDESTINATO

Carlos Soler è l'ennesimo prodotto di una cantera a dir poco prolifica, qual è quella del Valencia. Un talento da predestinato, il centrocampista ha già attirato su di sé diverse attenzioni, specie dall'Inghilterra, dove diverse big hanno messo gli occhi su di lui, calamitate dalle brillanti prestazioni dell'ultima pepita sfornata dal Valencia. Andiamo a scoprire insieme il profilo di Carlos Soler. Carlos Soler Barragan è nato il 2 gennaio 1997 a Valencia. E’ soprannominato "El Chino" per via della forma leggermente a mandorla dei suoi occhi (appellativo condiviso con un altro ex canterano dei Pipistrelli, un certo David Silva). Primi calci alla scuola calcio Querubin, quindi passa velocemente alle giovanili del Valencia, dopo essersi messo in mostra giocando con i ragazzini di due anni più grandi e mettendo a segno una tripletta contro la squadra “Benjamin C” dei Murciélagos. Dopo oltre 500 gol e oltre 100 assist segnati giocando da attaccante durante la trafila, arriva nella selezione Juvenil A allenata da Ruben Baraja, che lo arretra leggermente spostandolo sulla trequarti. Successivamente nella squadra B, sotto la guida di altri due ex, Curro Torres prima e Miguel Angulo poi, viene impiegato come regista davanti alla difesa. Qui si consacra, tanto che nella stagione 2015-2016, oltre a disputare la Youth League, viene inserito regolarmente negli allenamenti della prima squadra da Gary Neville e Pako Ayestaran. Tuttavia, il debutto arriva solo nella stagione successiva, dopo la gestione di Ayestaran sarà il subentrato Cesare Prandelli a lanciarlo il 10 dicembre 2016, in sostituzione di Mario Suarez. Da questo momento Carlos entra in pianta stabile tra i calciatori più utilizzati, nonostante i vari cambi della guida tecnica. La svolta totale arriva però nella stagione in corso, con l’avvento di Marcelino e il nuovo impiego da esterno destro nel centrocampo a 4, con risultati nettamente positivi. Alto 180 centimetri, Carlos Soler - come detto - nasce come punta centrale ma con il passare degli anni i tecnici lo trasformano in un trequartista prima e in un centrocampista poi, esaltando al meglio la sua duttilità, la fantasia e soprattutto la grande visione di gioco, qualità che lo rendono più un creatore di gioco che un finalizzatore, nonostante il fiuto del gol resti sempre nel suo Dna. La stazza non troppo pronunciata ma nemmeno irrisoria gli consente di muoversi con leggiadria. E’ dotato di un innato senso dell’equilibrio, di un perfetto controllo del proprio corpo e dunque di una coordinazione pressoché perfetta: non è dotato di grandi doti velocistiche né sul lungo né sul breve, ma l’agilità gli consente di disimpegnarsi egregiamente anche in situazioni più dinamiche. Carlos è un concentrato di tecnica, intelligenza calcistica e capacità balistiche. Possiede una tocco essenziale e sopraffino, difficilmente lo si vede esibire funambolici dribbling ma la consapevolezza ed il controllo maturo controllo di palla gli permettono di tenere la sfera sempre incollata al piede, agevolandone gli spostamenti e le incursioni. Piede destro potente e preciso: la capacità di calcio straordinaria è stata sfruttata nel corso degli anni allontanandolo dalla porta e sfruttandone la facilità di lancio per trasformarlo in regista. L’evoluzione tattica multiruolo ha reso Carlos un calciatore completo, che fa della duttilità una delle sue armi migliori. Un mix di caratteristiche che rendono Carlos Soler uno dei giovani più promettenti nel panorama calcistico mondiale. Non a caso sulle sue tracce ci sono già diversi top club europei, tra cui il Real Madrid, pronti a soffiarlo al Valencia. I Pipistrelli, per il momento, se lo tengono stretto e si godono tutta la classe del 21enne spagnolo, forti di un contratto in  scadenza nel 2021 e di una clausola rescissoria da 80 milioni. Una cifra, però, che rischia di diventare un'arma a doppio taglio in virtù dei prezzi che circolano oggi nel calciomercato. A maggior ragione se si considera l'enorme potenziale ancora inesploso di Carlos Soler, l'ultima pepita sfornata dal Valencia.   Foto: Daily Star