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Casting Inter: magari non ironizzerei

08.11.2016 | 11:08

“Casting Inter” è il binomio che da giovedì sera sta impazzando sul web, in televisione e sulla carta stampata. La maggior parte degli articoli, degli opinionisti, dei tifosi e non, usano questi termini in maniera dispregiativa, ironica a segnale di una società allo sbando in mano a cinesi, indonesiani, italiani, iraniani e argentini. E se fosse la partenza di un nuovo ciclo, certo con errori, ma con un modo diverso di pensare e di agire?
Partiamo dal concetto di “Casting”. Ogni azienda, pubblica o privata che sia, per un posto di lavoro organizza una selezione che porta avanti con colloqui, quindi non c’è niente di male a sentire più allenatori per un incarico minimo minimo da 1 milione di euro di stipendio, ci sarebbe da obiettare sul farlo pubblico alla luce del sole, con il circo mediatico ad attendere ogni allenatore, ma al giorno d’oggi tutti sanno tutto, tutti vedono tutto e quindi meglio farli alla luce del sole che di nascosto che non cambia nulla, anzi.

Il punto chiave a questo punto è: chi decide? E quindi analizziamo la seconda parola chiave “Inter”. Da Giungo la squadra neroazzurra ha una nuova proprietà, il colosso Suning, che ha già investito molto ma finora ha deciso poco, trovandosi con uno staff che è un misto tra persone scelte da Moratti prima e da Thohir poi, con i vari Zanetti e Tronchetti Provera di turno che non perdono occasione di fare l’endorsement al ritorno di Moratti ma con i soldi di Suning (ci potrei andare anche io a farlo allora). L’idea di base è che dopo la scelta di de Boer da parte dello staff di Thohir, adesso tocchi alla direzione sportiva, Ausilio & co, scegliere l’allenatore italiano se possibile. Tutto vero, tutto molto bello, peccato che l’area sportiva da Giugno 2010 abbia fatto delle scelte rivedibili nell’Inter post triplete, per citarne alcune: i vari rinnovi a giocatori come Nagatomo, Ranocchia (rinnovo con fascia da capitano), prendere allenatori come Benitez lasciato solo contro lo spogliatoio che piangeva ancora per Mou, oppure Gasperini senza comprare un giocatore funzionale al suo modulo, potrei andare avanti ma mi fermo qua.
Tutto questo per dire che è più che giusto che dopo gli allenatori scelti da Moratti, quello scelto da Fassone, quello di Moratti più Zanetti più Ausilio più Tronchetti, quello di Thohir, è più che giusto che quest’allenatore lo scelga Suning, si può discutere sulla presenza dell’agente Kia che rischia di fare più il bene dei propri assistiti che della squadra, ma tanto non mi sembra che negli ultimi anni con o senza Kia siano state fatte scelte tanto più sensate.
Con la scelta di Stefano Pioli, si è creato un asse tra il gruppo cinese e l’area sportiva, mentre è stata posta la prima pietra per l’abbandono del gruppo di Eric Thohir, viste le “dimissioni” dell AD Bolingbroke. Per questi motivi, nonostante l’assurdità della situazione, eviterei di ridere del “Casting Inter”.