Ceferin: “L’Italia tornerà presto al top. Stadi? Non c’è uno che possa ospitare una finale di Champions”

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Il presidente della Uefa, Aleksander Ceferin, ha parlato durante un’intervista a La Gazzetta dello Sport, dove ha trattato tanti temi sul calcio italiano, la non qualificazione ai Mondiali e tanto altro. Queste le sue parole: “Certo che si gioca troppo. I club ne hanno bisogno per pagare stipendi e premi. Però siamo arrivati al limite. Tutti vogliono più partite di coppa. Nessuno rinuncia a niente. I club chiedevano dieci partite nel gruppo di Champions, saranno otto, il numero giusto. Sarebbero più utili campionati a 18 squadre, ma i presidenti non sono d’accordo. Dovrebbero capire che due coppe nazionali sono troppe, almeno in Premier, in Italia siamo ok da questo punto di vista". Sulla Superlega: "Con Agnelli nessun dialogo. Ho incontrato Perez e ho rispettato il protocollo. Non posso pretendere che l’Uefa sia mia la proprietà. In finale a Parigi eravamo accanto, mi sono congratulato, ma questo è tutto. Quale che sia la decisione della Corte Ue, non cambia niente: il progetto è morto perché nessuno vuole partecipare".  E sull’Italia: “Il calcio europeo è più equilibrato. Gli infortuni, la condizione, un errore, e sei fuori. Qualificarsi è dura: l’Italia ha tirato cinquanta volte, la Macedonia del Nord uno. Ma rinascerete presto. L’Euro 2032 a rischio? Non c’è uno stadio che possa ospitare una finale di Champions. Lo Juventus Stadium e quello di Udine sono ok per una finale di Europa League. Per il resto è incredibile. Roma e Milano non hanno uno stadio all'avanguardia, per non parlare di Napoli. La Turchia è un rivale forte per organizzare Euro 2032. Ho parlato tanto con Gabriele Gravina, ma credo che anche governo e municipalità abbiano capito il valore di un Europeo. Sugli stadi servono garanzie forti prima”. Sul VAR: “Il designatore Rosetti sta facendo un lavoro fantastico. Benissimo anche all’Europeo. Bene l’uso moderato della Var. Aiuta più di quanto pensassi. Il challenge? Non serve, si verifica già tutto, porterebbe confusione. Il gioco è un flusso, potrebbe essere usato per fermare un’azione. Basta perdite di tempo: l’arbitro punisca subito e aumenti i recuperi. Niente tempo effettivo”. Foto: Twitter Uefa