Il calcio italiano ha visto andar via un pezzo della sua storia. La notizia arriva all'alba di una domenica di campionato, con il profumo della primavera: Cesare Maldini è scomparso all’età di 84 anni. Le reazioni sono le solite, ma dovute e meritate per il personaggio e l’uomo che fu Maldini. I social si inondano di post per ricordarlo, le partite di Serie A, e non solo, osservano un minuto di silenzio prima del fischio d’inizio e il Milan gioca con il lutto al braccio.
L’accostamento con il Milan viene fuori automaticamente, quando si tratta del cognome Maldini. Dopo aver fatto le giovanili ed esordito in Serie A con la Triestina, nella stagione 1954 Cesare viene acquistato dalla compagine rossonera di Milano. Nel Milan disputa 347 gare, segna 3 reti e vince per i seguenti 12 anni. In questo periodo, Cesare Maldini diventa il primo calciatore italiano a sollevare da capitano la Coppa Campioni, accadde a Wembley dopo aver battuto il Benfica di Eusebio. Vince anche quattro scudetti, gioca e indossa la fascia di capitano della Nazionale italiana nel bienno 1962/1963 e chiude la carriera al Torino, prima di diventare nel 1971 vice allenatore del Milan di Nereo Rocco.
Cesare Maldini trascorse altri tre anni a Milano, vivendo da tecnico in prima la fatal Verona che costò al Milan lo scudetto nel 1972. Poi due annate al Foggia, una stagione alla guida della Ternana e due anni con il Parma. I grandi successi di Cesare arrivano dopo queste esperienze. Dal 1980 al 1986 si siede al fianco di Enzo Bearzot sulla panchina della Nazionale italiana, ricoprendo il ruolo di commissario tecnico in seconda. Dopo aver vissuto e vinto il Mondiale di Spagna '82, Maldini diventa il CT dell’Italia Under 21.
Cesare con i più giovani riesce a vincere tre edizioni consecutive dei Campionati Europei di categoria. I successi con l’Under 21 convinsero la Federazione ad affidare a Maldini la panchina della Nazionale maggiore nel 1996. L’ex difensore del Milan guida l’Italia al Mondiale del 1998, ma decide di lasciare l’incarico dopo esser stato eliminato ai quarti di finale, ai calci di rigore, dai padroni di casa della Francia, vincitrice di quell'edizione.
Poi il ritorno al Milan, inizialmente come capo e coordinatore degli osservatori e in seguito ricoprendo il ruolo di direttore tecnico. Ma la carriera come allenatore di Cesare non era ancora terminata. Il 27 dicembre del 2001, Maldini diventa commissario tecnico del Paraguay. L’obiettivo è quello di far fare bella figura alla Nazionale Sudamericana nel Mondiale 2002, disputato in Corea del Sud e Giappone e ricordato da noi italiani per l’arbitro Moreno, soprattutto. L’esperienza frutta a Maldini il record di più anziano allenatore del Mondiale, aveva 70 anni quando sbarcò con i Guarani alla fase finale. L’avventura si conclude agli ottavi con la Germania, poi le dimissioni.
Terminata la carriera sul campo, Cesare diventa commentatore sportivo. Resta ancora indelebile e divertente l’imitazione di Teo Teocoli: “Vai, vai, Paolino!!!”, in riferimento all’incitazione di Cesare verso il figlio. Diversi gli sketch in cui si ironizzava sulla leggera balbuzie e sui tic di Cesare. Il papà di Paolo si è fatto volere bene e apprezzare da tanti tifosi e addetti ai lavori. Non tutti hanno il dono di essere vincenti e umili, Cesare Maldini possedeva questa qualità. Se qualche giovane ambisce a diventare una bandiera, allora Maldini è un esempio e modello da seguire. Ecco perché sarà sempre Cesare di tutti, indimenticabile.
Foto: goal.com