Champions senza Var, la posizione del presidente Ceferin e le riflessioni inevitabili
08.03.2018 | 16:05
Niente VAR in Champions League, nemmeno l’anno prossimo. Lo scorso 26 febbraio così motivò la scelta il presidente dell’Uefa, Aleksander Ceferin: “Nessuno ancora sa esattamente come funziona. C’è ancora molta confusione. Io non sono contrario, ma c’è bisogno di spiegare meglio quando usarla. Vedremo alla Coppa del Mondo”. Considerazioni che già avevano fatto discutere, considerato il fatto che la tecnologia, nei campionati in cui è in atto la sperimentazione, ha notevolmente alleggerito il carico degli errori arbitrali decisivi. A maggior ragione, dopo Tottenham-Juventus, le riflessioni di chi guida il calcio europeo dovrebbero essere più approfondite. Mancata concessione del calcio di rigore solare a Douglas Costa sullo 0-0, palo colpito da Kane al 90’ partendo da posizione di fuorigioco, senza dimenticare la – comunque più dubbia – situazione relativa al mani di Chiellini.
Episodi che avrebbero potuto pesare enormemente nell’economia dell’incontro. Nella misura in cui esiste già uno strumento, sicuramente da perfezionare, per evitare o quantomeno limitare al massimo errori marchiani, perché non utilizzarlo nella competizione per club più importante al mondo? A chi giova una Champions senza Var, accettando rischi enormi data la rilevanza massima della posta in palio? La sensazione è che le scelte del polacco Marciniak a Wembley impongano la risposta a questi quesiti. E un supplemento di inevitabili riflessioni…
Jody Colletti
Foto: Twitter Planet Futbol – The Irish Times