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Chiellini: “A 16 anni mi chiamò l’Arsenal ma non mi sentivo pronto. Quando salvo un gol sento l’adrenalina”

04.02.2021 | 11:01

Sulle pagine di So Foot, Giorgio Chiellini ha rilasciato una intervista parlando di cosa si provi a salvare un gol e non tanto altro. Queste le parole del difensore della Juve.

Su Ibrahimovic: “Devo trovare un rivale per dare il meglio. Stimo molto Zlatan, ci rispettiamo. Eravamo compagni nella mia prima stagione alla Juve. Mai avuto paura di affrontarlo, mai fatto un passo indietro. È diventato nemico assoluto passando all’Inter, poi semplice avversario al Milan o in Nazionale”.

Sul suo possibile arrivo all’Arsenal da bambino: “Avevo 16 anni, giocavo in serie C nel Livorno. L’Arsenal mi offrì 200 milioni di lire a stagione. Sono stato un folle a declinare quella proposta. Non mi sentivo pronto nemmeno quando mi chiesero di firmare per l’Inter. Non volevo andare da nessuna parte né tradire Livorno”.

Sull’emozione di salvare un gol: “Mi fa molto piacere vincere un duello. Quando riesco a bloccare un tiro pericoloso o salvare un gol, ho una scarica di adrenalina. È una gioia diversa dal segnare, non è paragonabile, ma quei salvataggi in partite importanti, lii ho ancora dentro di me. Ad esempio, il mio gol segnato contro il Barcellona nei quarti di finale di Champions League mi ha dato molta meno soddisfazione di aver impedito a Harry Kane di segnare all’89° minuto. Questa partita contro il Tottenham (nel 2018, ndr) è stata molto combattuta. Dopo c’è stato anche l’abbraccio con Gigi Buffon e Barzagli. Un momento forte”.

Sulla mentalità vincente: “Per vincere i duelli con gli attaccanti bisogna essere pessimisti e prevedere il peggio. È il prezzo riservato ai giocatori “normali” come me o Barzagli. Attenzione, Andrea è stato un gradissimo difensore, ma noi non abbiamo le qualità da fuoriclasse di Sergio Ramos o Virgil van Dijk. Ho una sorta di sdoppiamento della personalità: sono piuttosto timido e riservato, ma in campo sono capace di tutto pur di vincere”.

Su come sarebbe chiudere la carriera in una stadio vuoto: “Senza tifosi non è calcio, mancano le emozioni. Comunque è sempre meglio che niente. Purtroppo bisogna adattarsi”.

 

Foto: twitter personale