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Chivu: “A De Rossi serviva tempo. L’Inter? Squadra moderna e in costante crescita”

14.10.2024 | 10:34

Cristian Chivu ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport, in occasione dell’interessantissima sfida di domenica sera: Roma-Inter. L’ex difensore (che ha militato in entrambe le squadre) ha raccolto tutte le sue sensazioni sulla gara, e ha detto la sua sulla situazione di entrambe le compagini.

Sulla partita: “L’Inter ha una identità di gioco precisa, la crescita del gruppo è stata eccezionale sotto ogni punto di vista. È una squadra evoluta, moderna, in costante crescita. Giocano quasi a specchio, ma in realtà è un’illusione. Juric ama le marcature a uomo. E allora dico: sarà proprio quella la chiave tattica della partita di domenica. Il risultato dipenderà da quello che la Roma riuscirà a fare marcando uomo su uomo ovunque. Il problema per i giallorossi è che solitamente proprio di fronte a squadre che giocano in questo modo l’Inter sa dare il meglio. Soprattutto per merito di quei due, Thuram e Lautaro. Sono due maestri nei movimenti, nel farsi trovare liberi, nel dare un riferimento ai propri compagni sia nel gioco corto sia sulla palla in verticale. Dura, davvero dura bloccarli. La società nerazzurra quest’anno ha costruito una squadra in grado di reggere fino in fondo, di arrivare a giocarsi tutto in qualsiasi competizione. Lo si capisce quando Inzaghi sceglie di volta in volta il turnover: il livello non si abbassa mai”.  

Su Bastoni: “In termini individuali adoro Bastoni: ho visto da vicino l’evoluzione del ragazzo, più passa il tempo più diventa un giocatore completo, in Nazionale gioca anche da centrale puro. Se quello può essere il ruolo del suo futuro? Io lo vedo più come braccetto. Perché in quella posizione può sfruttare meglio il suo piede nell’impostazione, in fase offensiva, con lui Inzaghi guadagna tanto perché crea superiorità sulla zona sinistra”. 

Su Mkhitaryan: “Senza dubbio è il primo giocatore che prenderei in una mia squadra. Ho visto ad Appiano come si allena, la sua qualità, il modo di interagire con i compagni. Non è cosa comune nel calcio trovare giocatori che pensano di gruppo e non in termini individuali. Lui è davvero così. È intelligenza pura”. 

Su De Rossi: “Prima di tutto, dico che l’ho vissuto da compagno e da avversario. E per nessuno come per lui potrei dire che si vedeva che sarebbe diventato allenatore. Era un giocatore cerebrale. Con lui sono rimasto sorpreso due volte: prima quando l’hanno chiamato al posto di Mourinho. E poi adesso che l’hanno mandato via dopo un contratto rinnovato per tre anni. Ai tecnici va dato tempo, questa è la verità. Vale soprattutto per quelli a cui la squadra è stata completata proprio nelle ultime ore di mercato. Una squadra non nasce da un giorno all’altro”. 

Foto: Sito Inter