Gennaio è ormai vicino, i direttori sportivi scaldano i motori, pronti ad ascoltare le richieste dei rispettivi allenatori - sperando di assecondarle - in vista di quello che una volta era chiamato "mercato di riparazione". Una finestra, quella invernale, fatta solitamente di scommesse, occasioni e soluzioni tampone. Per lo meno in Italia, dove il cash è sempre più un concetto filosofico, quasi astratto, eccezion fatta per qualche società. E nel gioco delle parti ci sta che ai club vengano proposti calciatori da agenti o intermediari, ciascuno fa il proprio lavoro e per quanto possibile cerca di portare acqua al suo mulino.
A tal proposito, nei giorni scorsi vi abbiamo raccontato che alla Juventus è stato offerto Dmytro Chygrynskiy, difensore centrale ucraino che ha compiuto 28 anni lo scorso 7 novembre, vincolato allo Shakhtar Donetsk fino al 2018 ma reduce da un periodo tutt'altro che esaltante.
Come forse ricorderete, il giocatore nell'estate del 2009 passò a titolo definitivo al Barcellona, che per assicurarsi le sue prestazioni versò ben 25 milioni di euro nelle casse del sodalizio che in patria detta legge da oltre un decennio. Treno preso al volo dal ragazzo che sbarcò pieno di entusiasmo in Catalogna, ignaro del fatto che avrebbe rappresentato uno dei pochi - ma più grandi - flop dell'era Guardiola. Tant'è che appena dodici mesi dopo fece ritorno a Donetsk, con sensibile minusvalenza per il Barça che, di milioni, ne incassò 10 in meno. Ebbene, da quel momento Chygrynskiy è entrato in un tunnel, bersagliato dalla malasorte -concretizzatasi in due rotture dei legamenti e in uno strappo muscolare - ed alle prese con un rapporto complicato con Mircea Lucescu, che dopo averlo lanciato nel grande calcio ormai lo vede poco o nulla.
Basta confrontare i due ruolini, pre e post avventura spagnola, per rendersene conto. Togliendo le prime tre presenze collezionate in giovanissima età e la parentesi in prestito tra le file del Metalurg Zaporižžja, dal 2005 al 2009 Dmytro aveva collezionato 134 presenze e 10 reti nelle varie competizioni, Champions League compresa. Mentre nel suo atto II all’ombra della Donbass Arena (danneggiata nel corso del conflitto, al punto che oggi lo Shakhtar è costretto a giocare a Leopoli) sono appena 37 le apparizioni in campionato (4 nell’ultimo anno e mezzo), più altre 15 nelle coppe. Davvero pochine in quasi quattro stagioni, considerata la diversa programmazione temporale del torneo ucraino.
Poco più di un mese fa il prestante marcatore è tornato a respirare l’odore dell’erba: il santone rumeno lo ha lanciato nella mischia dal 1’ contro il Volyn Lutsk in Prem'er-Liha, mentre qualche settimana prima gli aveva dato fiducia nella comoda doppia sfida con il Poltava valida per gli ottavi di Coppa d’Ucraina. Briciole, comunque, per un calciatore del suo spessore, che negli anni d’oro si era imposto all’attenzione generale per l’estrema eleganza dei movimenti, l’autorevolezza con la quale comandava la retroguardia e il suo essere arcigno nell’uno contro uno. Oltre allo strapotere palesato sulle palle alte, grazie alla struttura tipica dei baluardi della terza linea (190 cm per 81 kg).
Adesso Dmytro vuole ripartire, è in cerca di riscatto, dovrebbe aver recuperato la giusta convinzione e, soprattutto, intuito che il suo ciclo a Donetsk è finito, malgrado le numerose soddisfazioni certificate da un palmarès che parla di 6 campionati, 4 Coppe d'Ucraina, 4 Supercoppe nazionali e 1 Coppa Uefa (l’ultima edizione, in finale gli arancioneri si imposero sul Werder Brema). Trionfi che, come detto, il calciatore non ha vissuto tutti da protagonista, senza dimenticare la Liga e il Mondiale per Club conquistati a Barcellona, dove chiuse l’annata con 14 gettoni di presenza in carniere.
Ma, tornando al discorso che chiama in causa la Juventus, alla luce di quanto esposto sembra difficile che i bianconeri (cui, ripetiamo, il difensore è stato semplicemente proposto) possano puntare proprio su di lui per rimpolpare la batteria a disposizione di Massimiliano Allegri. Molto probabilmente Marotta e Paratici faranno qualcosa in entrata a gennaio, parecchi i profili al vaglio. Il reparto va rinforzato non soltanto perché è stato sin qui quello più falcidiato dagli infortuni (a partire da quello gravissimo di Barzagli), ma anche perché - con il passaggio al modulo a 4 - alcuni interpreti potrebbero essere dirottati sulle fasce grazie alla loro versatilità, indi per cui al centro servirà un nuovo specialista affidabile in vista della seconda parte di stagione, che dovrebbe sempre vedere la Vecchia Signora impegnata su tre fronti.
Chygrynskiy, dal suo canto, aspetta l’occasione giusta, magari quella che gli consenta di tornare a vestire la maglia della Nazionale a distanza di oltre 3 anni. E chissà, magari potrebbe fare comodo a qualche altro club italiano…
Foto: sito ufficiale Shakhtar Donetsk