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DALL’AZZURRO DI EURO 2016 AL BIANCAZZURRO DELLA LAZIO: CIRO IMMOBILE, SINFONIA DI GOL PER INZAGHI

25.07.2016 | 09:50

E’ sbarcato a Fiumicino alle 12,30 di ieri, portando dentro la sua valigia tutta la voglia di tornare a spaccare il mondo. Ciro Immobile e l’avventura Lazio: dall’azzurro della Nazionale al biancazzurro capitolino il passo è stato brevissimo. La trattativa con il Siviglia ha soddisfatto in pieno tutte le parti in gioco. In primis il club andaluso, che riceverà 8.5 milioni di euro più altri 500 mila di bonus. Poi lo stesso bomber di Torre Annunziata, desideroso di abbracciare un nuovo progetto, di affidare la propria vena realizzativa a qualcuno che credesse totalmente nelle sue potenzialità. E quando la tua missione è quella di raccogliere l’eredità di un certo Miroslav Klose, non puoi che esserne onorato. Ultimo, ma non per ordine di importanza, Simone Inzaghi. Uno che di gol se ne intende e che non vede l’ora di insegnare altri trucchi del mestiere al 26enne centravanti fortemente voluto da Lotito e Tare. Non si è fatto attendere molto il secondo acquisto in casa Lazio, dopo l’arrivo del terzino sinistro Jordan Lukaku. Ma se per il belga lo scetticismo l’ha fatta da padrone, qui siamo di fronte a un vero e proprio colpo di mercato. Molto probabilmente insufficiente a far risollevare una campagna abbonamenti fin qui a dir poco deludente, ma è comunque un segnale importante.

 

Il tecnico capitolino l’ha detto a chiare lettere: servono rinforzi soprattutto al centro della difesa. Fermo restando che l’addio di Candreva è ormai scontato e che ora i veri obiettivi sono convincere Biglia e Keita a non farsi attrarre da lidi più prestigiosi. Perdere loro significherebbe fare due enormi passi indietro sotto il profilo tecnico e della crescita di squadra. Intanto, però, la Lazio si gode Ciro Immobile. I numeri sono tutti dalla parte dell’attaccante partenopeo, che in carriera ha dimostrato che, se messo in condizioni ottimali e servito a dovere, la porta la vede praticamente sempre. Impossibile non ricordare che, appena 24 mesi fa, portava a casa il titolo di capocannoniere della serie A, grazie ai ben 22 centri collezionati in 33 presenze al fianco di Alessio Cerci, in una delle coppie d’attacco meglio assortite viste negli ultimi anni del nostro campionato. E pensare che non è stata quella la sua miglior stagione in carriera. Basta andare indietro di altri due anni e scendere in cadetteria: è il Pescara di Zeman e la cavalcata verso la massima categoria si concretizza grazie e soprattutto ai suoi 28 gol messi a referto in Abruzzo. Con Perin, Verratti e Insigne è tra le punte di diamante di una formazione di predestinati. Tant’è vero che, dopo la splendida annata all’ombra della Mole Antonelliana, anche all’estero si accorgono eccome di lui. E l’occasione è di quelle da non lasciarsi scappare: il Borussia Dortmund di Klopp. Mica male come prima esperienza fuori dal Belpaese. Nemmeno il tempo di indossare la casacca giallonera che subito alza al cielo la Supercoppa di Germania contro il Bayern, il 13 agosto del 2014. Finora, l’unico trofeo nella sua bacheca. La sua personalissima stagione tedesca si chiuderà con 10 reti all’attivo, di cui solo 3 in Bundesliga ma ben 4 in 6 presenze in Champions. All’orizzonte una nuova tappa in Spagna, a Siviglia. Stavolta, però, è un’autentica toccata e fuga: appena sei mesi al Sánchez-Pizjuán, giusto il tempo per timbrare quattro volte il cartellino. Il richiamo tricolore – e, ovviamente, granata – è troppo forte. Cinque reti negli ultimi sei mesi del Torino targato Ventura, poi il ritorno per fine prestito in Andalusia. Adesso il trasferimento a titolo definitivo a Roma, dove tutti si aspettano che torni a segnare gol pesanti e di pregevole fattura, così come ha abituato i tifosi grazie alla sua rapidità in contropiede, freddezza sotto porta, abilità nel fraseggio e innata capacità nel farsi trovare sempre nel posto giusto al momento giusto. Potenza e senso del gol completano un profilo dalle indiscusse qualità. “Cirù, c pienz tu?”, è la citazione di Gomorra ormai più in voga da qualche ora nella Capitale. Da grandi poteri derivano grandi responsabilità, Immobile lo sa bene. E non vede l’ora di far gioire il popolo laziale.

 

Foto: Espn