CISSÉ, IL BELLO DEL CALCIO
21.03.2022 | 16:15
È solo un gioco dicono, ma le emozioni e le storie che il calcio sa regalare valicano ogni confine. Ieri sera al Dall’Ara di Bologna si è consumata una vera e propria favola, un racconto che appassionerebbe anche i non amanti di questo sport. Perché la storia di Karamoko Cissé, guineano classe 2003 autore del gol vittoria dell‘Atalanta nel match contro i felsinei, è tutta da raccontare.
Fino a qualche mese il fa il ragazzo giocava con una squadra di rifugiati, la Rinascita Refugees, composta da richiedenti protezione internazionale come lui. In che campionato? Seconda categoria pugliese. Le sue qualità tra la polvere dei campi in terra battuta del profondo Salento non passano inosservate, ed è lì che l’ha pescato l’Atalanta. Anche con un pizzico di fortuna, perché si sta parlando di categorie dove non ci sono osservatori di club professionistici. E allora in uno dei tanti tornei sparsi per il leccese (Cissé non poteva essere tesserato per gare ufficiali), un appassionato di questo sport, mentre assiste ad una sua partita, ne resta folgorato. Parte allora la chiamata a Zingonia, con l’invito di scendere lo Stivale e correre a prendersi il talento africano e portarlo nel florido settore giovanile bergamasco.
Di lì gli è bastato meno di un mese dal suo debutto con la Primavera nerazzurra e solo tre partite di campionato (con due reti) giocate per convincere Gasperini. Con l’Atalanta che sta avendo seri problemi offensivi, il contributo di Cissé può essere decisivo in questo finale di campionato. Ma la sua storia insegna che non importa l’età, il talento o la categoria. Sognare non costa nulla, e lavorando sodo prima o poi l’occasione arriva. Nel frattempo godiamoci questa favola ed emozioniamoci, perché è questo il bello del calcio.
FOTO: Twitter Atalanta