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CLASSE, ACCELERAZIONI E GOL: MAOLIDA, PREGIATA OREFICERIA LIONE

12.03.2018 | 09:25

I giovani talenti vanno gestiti, devono crescere senza fretta, soprattutto senza pressioni che possano inficiarne o rallentarne la definitiva affermazione nel calcio dei grandi. A Lione non hanno di questi problemi, sanno perfettamente come si fa. Basta pensare all’overdose di rampanti virgulti francesi attualmente in rosa: da Diakhaby (1996), Cornet (1996), Aouar (1998), Maolida (1999), Gouiri (2000) e Geubbels (2001), allevati nel settore giovanile come Fekir (1993) e gli ormai ex Umtiti, Tolisso, Lacazette e Martial, ai vari Mendy (1995), NDombelé (1996) e Tousart (1997), cresciuti altrove ma portati a casa con lungimiranza dagli uomini mercato. Chiariamolo subito, l’OL può lavorare serenamente con una bassissima età media perché non è più la squadra che spadroneggiò oltralpe conquistando sette titoli di fila, peraltro gli unici della sua storia, tra il 2002 e il 2008: i tempi dei vari Benzema, Juninho, Malouda, Abidal, Essien, Govou, Wiltord, Ben Arfa e compagnia sono abbondantemente in archivio. Oggi le attese generali sono notevolmente inferiori. Chiusasi l’epoca d’oro, recentemente la bacheca è stata rimpinguata solamente con la Coppa di Francia del 2012 (l’ultimo anno di Lloris) e la susseguente Supercoppa. La società presieduta da Aulas, pur trovandosi in patria la strada sbarrata dal Paris Saint-Germain, che dopo la parentesi Monaco della scorsa stagione ha ricominciato a dettare legge, in Ligue 1 però si è mantenuta ad alti livelli, qualificandosi quasi sempre per la Champions. È questo l’obiettivo anche nella corrente stagione agonistica, anche se il Marsiglia – che occupa la terza piazza (l’ultima utile) – è sempre distante 5 lunghezze. Ieri le due contendenti hanno vinto entrambe, in serata l’OM ha espugnato Tolosa, mentre la squadra di Genesio nel pomeriggio aveva faticato più del previsto per avere ragione del Caen. Partita significativa perché il tecnico dell’Olympique Lyonnais, sempre nell’ottica della gestione della quale parlavamo in apertura, ha rilanciato dal 1’ Myziane Maolida, il versatile specialista offensivo, che può giocare sia da punta che da attaccante esterno, entrato anche nell’azione del gol vittoria siglato da Bertrand Traoré, un altro ’95 – giusto per restare in tema – arrivato in estate dal Chelsea. Sono 582 i minuti concessi in stagione dal tecnico dell’OL al diciannovenne parigino che, dopo l’esordio assoluto in prima squadra dello scorso 5 agosto contro lo Strasburgo, ha vissuto il suo magic moment a novembre, rompendo il ghiaccio nell’arco di soli tre giorni sia in Europa League che in campionato, Apollon Limassol e Nizza le due avversarie costrette a raccogliere in fondo al sacco i palloni scagliati da Myziane, ripetutosi poi a dicembre in Coppa di Lega nella nefasta sfida contro il Montpellier. Soltanto altre quattro volte era stato mandato nella mischia dall’inizio, ieri Genesio lo ha rilanciato da titolare e per dargli spazio ha lasciato in panchina Cornet e lo stesso Memphis Depay, il profilo più blasonato tra quelli a disposizione. Maolida ha risposto da par suo, offrendo una prestazione di livello in aderenza a quelle che sono le sue riconosciute qualità. Eleganza nei movimenti, dribbling, fiuto del gol e velocità: quando parte in progressione o accelera anche nel breve il nostro personaggio del giorno può risultare immarcabile, aiutato da una buonissima tecnica di base e da un fisico snello e scattante (181 cm per 70 kg). Nato a Parigi nel segno di San Valentino, il 14 febbraio del 1999, Myziane ha iniziato a rincorrere un pallone da pulcino nella scuola calcio Antony Sports, per poi entrare nel settore giovanile del Boulogne-Billancourt e infine approdare nell’Academy del Lione. Non è difficile pronosticare per lui un futuro a cinque stelle, la cantera dell’OL è quella giusta. E Aulas a medio termine potrà brindare ad un’altra plusvalenza, considerato che per Maolida le sirene del mercato sono già in azione.

Foto: L’Equipe