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CLASSE, ELEGANZA E CONCRETEZZA: CALHANOGLU, IL JOLLY MILAN DAL DESTRO MAGICO

03.07.2017 | 10:35

E sei. La sagoma di Hakan Calhanoglu ieri si è materializzata a Linate, il tempo di un benvenuto via social da parte del suo nuovo club e poi subito a Milanello, per il primo bagno in salsa rossonera in vista delle rituali visite mediche di questa mattina. Dopo Musacchio, Kessie, Ricardo Rodriguez, André Silva e Borini, il nuovo Milan “cinese”, ma targato Fassone-Mirabelli, ha confezionato il sesto acquisto di una sessione di mercato assolutamente sensazionale. Con buona pace di vedovelle e diffidenti sparsi, pre-closing e non solo. E molto presto verranno anche le ore di Andrea Conti, per un settebello da circa 160 milioni di euro. Magari l’ottavo sarà un caro e vecchio parametro zero, il classico over 30 alla Galliani che in questo Milan, però, potrebbe fare soltanto da sbiadita tappezzeria anziché venire elevato al rango di “colpo”. Dall’anticipazione della Bild, datata 26 giugno, al perfezionamento dell’operazione – passaggi formali inclusi – in una settimana esatta nella quale vi abbiamo raccontato tutto, fumata bianca compresa. Praticamente cotto e mangiato.

Ventitré candeline sulla torta spente cinque mesi fa, tutta la carriera davanti ma di lui si parla già da anni. Con Calhanoglu il Diavolo si mette in casa non un semplice “dieci”, bensì un vero e proprio jolly, in grado di essere utilizzato con profitto in qualsiasi posizione del campo e con ogni canovaccio tattico: trequartista, regista, mezzala, ma anche esterno offensivo. Proprio in questo ruolo, se Montella dovesse puntare ancora sul 4-3-3 della scorsa stagione, Hakan potrebbe essere impiegato, facendolo partire dalla sinistra per poi accentrarsi e sfruttare al meglio il suo chirurgico destro naturale. Quel destro che sa essere letale anche da fermo. Il più letale d’Europa, a voler essere precisi: già, perché dal 2013/2014 Calhanoglu è stato il giocatore che ha segnato di più su punizione nei cinque maggiori campionati continentali: ben 11 centri, più di qualsiasi altro calciatore, Messi, Ronaldo e Pjanic inclusi. L’unica, parzialissima, incognita è legata al fatto che il nostro protagonista quotidiano è fermo dal mese di febbraio, a causa della squalifica di quattro mesi inflittagli dal Tas per una vecchia storia contrattuale: nel 2011, ancora minorenne, firmò un contratto con il Trabzonspor, salvo poi cambiare idea e rimanere in terra tedesca nel suo Karlsruhe. Ma iniziando a prepararsi per tempo, non avrà problemi a farsi trovare pronto ai nastri di partenza.

Un turco di Germania, alla Mesut Ozil, Hakan, nato a Mannheim l’8 febbraio del 1994 e accostatosi al mondo del calcio già in tenerissima età. Primi passi mossi con il Polizei-Sportverein Mannheim Jugend, quindi – storia del 2001 – il passaggio al vivaio del Waldhof Mannheim Jugend che lo ospita per ben nove stagioni. Nel 2009 l’ingresso nel settore giovanile del Karlsruhe, con cui completa la trafila fino all’esordio in prima squadra il 5 febbraio del 2012, in occasione del match di Bundesliga 2 contro l’Erzgebirge Aue. Sette mesi dopo arriva la grande chiamata, con l’Amburgo che alla vigilia di Ferragosto gli fa sottoscrivere un quinquennale ma lasciandolo in prestito per un anno alla compagine biancoblu. In totale sono 55 le gare ufficiali disputate con la maglia del Karlsruhe, impreziosite da 17 gol e altrettanti assist; 38 invece le volte in cui Hakan è sceso in campo con l’Amburgo, con 11 reti e 5 assist all’attivo. Il 4 luglio del 2014 il Bayer Leverkusen ne ufficializza l’ingaggio, con 14,5 milioni di euro a finire nelle casse della società anseatica. E nel suo triennio con le Aspirine il centrocampista della Mezzaluna esplode definitivamente, al di là del ruolino che parla di 28 reti e 29 assist in 115 presenze. I numeri parlano da soli e non mentono mai, proprio l’innata capacità di offrire passaggi vincenti ai compagni è un’altra prerogativa che connota indefettibilmente il nostro personaggio del giorno. Le sue intuizioni geniali e la sua capacità di leggere il gioco un attimo prima degli altri, così da disegnare l’imbeccata giusta, possono davvero fare la fortuna del Milan negli ultimi trenta metri. Fisico agile e compatto (178 cm per 73 kg), Calhanoglu è uno dei punti di forza della Turchia (26 presenze e 8 gol, sin qui), Nazionale della quale ha sempre difeso i colori. Anche a livello giovanile, senza titubanze per via del doppio passaporto, dall’Under 16 all’Under 21. Dribbling, visione di gioco, tiro dalla distanza e qualità a profusione che si tramuta in giocate felpate, gol e assist senza soluzione di continuità: il Milan con Calhanoglu ha fatto un colpaccio.

Foto: sito ufficiale Milan