CLASSE, TALENTO E VISIONE DI GIOCO: FILIP BRADARIC È IL NUOVO FARO NELLO SCACCHIERE DI MARAN

Il nuovo colpo in entrata del Cagliari si chiama Filip Bradaric. Una trattativa che si è concretizzata senza grossi intoppi dal momento che il giocatore stesso ha espresso fin da subito la volontà di trasferirsi in Sardegna e di giocarsi le sue carte nel campionato italiano. Complici di tale scelta saranno stati sicuramente anche i messaggi positivi ricevuti anche dal suo connazionale croato Darijo Srna, unitosi alla corte di Maran quest’estate. Il centrocampista e l’esperto terzino destro avranno l’occasione di giocare insieme per la prima volta, sebbene abbiano iniziato la loro carriera sportiva nello stesso settore giovanile. Nell’estate del 2003 infatti l’esterno (allora 21enne) si trasferisce allo Shakhtar Donetsk, non sapendo probabilmente che sarebbe diventato una bandiera del club con le sue 15 stagioni in terra ucraina. E proprio in quell’anno il giovane talento croato inizia a calcare i campi della sua Nazione con la maglia dell’Hajduk Spalato. Una maglia che indossa per 11 stagioni, vivendo la classica trafila della gavetta sempre in crescendo: nel 2007 passa all’Under 17, due anni più tardi all’Under 19. Per il debutto nel massimo campionato il classe ’92 deve attendere ancora qualche anno. Nell’estate del 2011 il suo club stringe un rapporto di affiliazione con il Primorac, una società calcistica che ha sede nella città di Stobrec, con l’intento di far crescere e maturare le giovani leve. Un percorso che tocca anche a Bradaric, dove trascorre due stagioni in prestito nella Serie B croata. Ed è proprio grazie a questa esperienza che il gioiello croato mette in luce le sue doti tecniche. Nella stagione 2012/13 realizza 6 gol in 27 partite: un bottino niente male per un regista abituato a fare da scherno davanti alla difesa. Fisicamente ben piazzato, alto 1,85 mt, con un’ottima visione di gioco. Imposta la manovra con agilità, senso della posizione, dando l’impressione di essere un giocatore esperto nel suo ruolo: i compagni di squadra si fidano di lui, lasciando ai suoi piedi l’incombenza di dettare i ritmi di gioco. Una delle sue più grandi qualità è il lancio lungo finalizzato a cercare la profondità dei suoi attaccanti, senza porsi minimamente il problema della distanza (alcuni dei suoi assist sono arrivati in questo modo). L’Hajduk non ha dubbi, il ragazzo è pronto per la Prva Liga, la massima serie nazionale. In due anni raccoglie 45 presenze, condite da 3 gol e 5 assist. Arriva l’esordio anche in Europa League, nella partita di qualificazione contro il Dila (persa per 1-0). È il tecnico Igor Tudor a puntare su di lui e l’ex difensore della Juventus decide di concedergli altro minutaggio nella seconda stagione. Poi arriva la chiamata del Rijeka dove arriva la consacrazione ufficiale. È considerato titolare inamovibile: tra il 2014 e il 2018 disputa ben 132 partite, siglando 8 reti e 15 assist. In questi anni la sua crescita è esponenziale e acquisisce ancora più sicurezza nelle sue giocate di classe: con la calma e la tranquillità di un veterano, riesce a districarsi anche nelle situazioni apparentemente più complicate, fornendo un grosso aiuto anche ai suoi difensori sradicando palloni dalle gambe degli avversari al limite della propria area di rigore. Debutta così con la Croazia Under 19, a soli 18 anni, fino ad arrivare alla convocazione del tecnico Cacic in occasione dell’ultimo Mondiale in Russia, dove ha giocato 25 minuti nella sfida vinta contro l’Islanda. Una medaglia d’argento alla kermesse internazionale è più che sufficiente per presentarsi con classe e talento alla corte di Rolando Maran. Foto: 90min