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COLPO GROSSO

02.05.2023 | 14:30

Il primo verdetto della Serie B di questa stagione è la meritata promozione in Serie A del Frosinone, che torna in massima serie dopo 4 anni dall’ultima volta. Si tratta della terza promozione dei “ciocari” in Serie A, frutto di una grande programmazione, partita 3 stagioni or sono, con il progetto tecnico affidato a mister Fabio Grosso, un allenatore criticato fino ad alcuni anni fa, bravo a prendersi le sue rivincite, dopo tante critiche. Percorso analogo a quello che lo ha visto trionfare da calciatore.
Anche nella precedente carriera, era partito in sordina, arrivando al palcoscenico della Serie A dopo tanta gavetta, capace di prendersi la scena nel 2006 in Germania, dove fu grande protagonista del trionfo dell’Italia di Lippi. Prima il gol in semifinale con la Germania, poi il rigore decisivo con la Francia che ha dato l’ultima coppa del Mondo all’Italia.
Nato a Roma, classe 1977, cresciuto a Pescara. è stato un grande terzino, esterno completo mancino, dotato di ottimi tempi di inserimento e tiro. Ha iniziato nel Renato Curi, poi il Chieti e la prima consacrazione nel Perugia di Gaucci, dove ha militato dal 2001 al 2004, con cui ha esordito in Serie A. Si conferma ad altissimi livelli con il Palermo, dove gioca due anni, confermandosi come i terzini più forti in Italia e guadagnandosi la Nazionale. E’ Lippi a consacrarlo, sposta Zambrotta da sinistra a destra per poter utilizzare anche Grosso, che lo ripaga alla grande, con un Mondiale 2006 straordinario. Chiude la carriera in Nazionale con 48 presenze e 4 gol nel 2009, con Lippi che non lo richiama per i Mondiali in Sudafrica del 2010.
Lascia il Palermo, gioca un anno all’Inter nel 2006-07, dove però non si esprime ai livelli visti in Germania. Vince comunque il suo primo scudetto con i nerazzurri di Mancini. Ma decide di fare l’esperienza al Lione, club ai vertici del campionato francese, dove vince un campionato, una coppa e una Supercoppa di Francia.
Carriera da calciatore chiusa in calando, nel 2012 alla Juventus, dove riuscì comunque a vincere il primo scudetto dell’era Conte, il suo secondo in carriera, che iniziò la grande serie bianconera dei 9 scudetti di fila. Si ritira nel 2012 e inizia a frequentare a Coverciano il corso di abilitazione per il master di allenatori professionisti. Torna alla Juventus, nominato vice allenatore della formazione Primavera, affiancando in panchina Andrea Zanchetta; l’11 marzo 2014 viene nominato capo allenatore, a seguito dell’esonero di Zanchetta. Confermato sulla panchina per la stagione seguente, nel marzo del 2016 vince con i giovani bianconeri il Torneo di Viareggio, superando in finale i pari età del Palermo; nella stessa stagione raggiunge con la squadra le finali di Coppa Italia Primavera e Campionato Primavera, perse rispettivamente contro Inter e Roma. 

Inizia quindi la sua carriera da allenatore tra i professionisti, partendo dalla Serie B. Il suo primo club da professionisya è il Bari, in Serie B. Chiude la stagione al sesto posto finale, in seguito declassato al settimo causa due punti di penalizzazione inflitti al club; qualificato ugualmente ai play-off, viene eliminato nel turno preliminare dal Cittadella, dopo un pareggio (2-2), proprio per il peggior piazzamento in classifica maturato dai pugliesi nella stagione regolare. In estate, il club pugliese fallisce e Grosso vede recedere il suo contratto, che lo vedeva per un altro anno alla guida dei galletti.

Il 21 giugno 2018 diventa il nuovo tecnico del Verona, ancora tra i cadetti. Verona che parte per tornare in Serie A, ma il 1º maggio 2019, dopo la sconfitta per 2-3 subita in casa contro il Livorno e con la squadra al limite della zona play-off, viene esonerato. Il 5 novembre 2019 rescinde il contratto che lo legava al club scaligero, e nello stesso giorno viene nominato allenatore del Brescia, in Serie A, in sostituzione dell’esonerato Eugenio Corini. E’ il suo esordio assoluto in massima serie come allenatore, ma sarà unpesperienza negativissima. Infatti rimane sulla panchina delle Rondinelle lo spazio di 3 partite, tutte perse, fin quando il 2 dicembre 2019 viene sollevato dall’incarico in favore del ritorno dello stesso Corini.

Per ripartire, come fece da calciatore, Fabio si affida all’estero. Stavolta decide di andare in Svizzera, al Sion. Un club allenatoto qualche anno prima anche da Zeman, che punta ad ambiziose posizioni. Anche qui, però, viene esonerato il 5 marzo 2021, con la squadra penultima in classifica.  Sembrava l’inizio della fine, delusioni su delusioni per Grosso, per molti considerato un tecnico sopravvalutato, che trovava panchina solo grazie al buon nome fattosi come calciatore, per essere stato l’eroe del Mondiale 2006.
Invece dalle esperienze negative, Grosso trae preziosi insegnamenti per realizzare un qualcosa di grande in un progetto serio, ambizioso, che ha saputo costruire e plasmare nel tempo.

Il 23 marzo 2021 subentra all’esonerato Alessandro Nesta (altro allenatore super criticato) sulla panchina del Frosinone, in quel momento al dodicesimo posto in Serie B, esattamente in bilico tra la zona play-off e quella play-out.  Il successivo 2 aprile, al debutto sulla panchina gialloblù, pareggia per 0-0 con la Reggiana;  per la prima vittoria deve attendere il 1º maggio, con il 3-1 sul Pisa. Termina il campionato al decimo posto, riuscendo a traghettare la squadra alla salvezza.

Nella stagione seguente fallisce all’ultima giornata l’accesso ai play-off, chiudendo la regular season al nono posto, a pari punti con il Perugia ma soccombendo dinanzi al peggiore ruolino frusinate negli scontri diretti. Lancia comunque talenti come Zerbin, fa giocare un buon calcio alla squadra con propensione offensiva e dà continuità al progetto voluto dal presidente Stirpe. In tante proprietà lo avrebbero sostituito, ma a Frosinone credono nelle qualità di Fabio Grosso. Confermato in panchina per la terza stagione consecutiva, nel campionato 2022-2023,  Grosso dimostra che la scelta è quella vincente. 

Il club cociaro domina il campionato cadetto, in vetta dalla prima giornata, con una fuga immediata, che ha toccato anche unb vantaggio in doppia cifra sulla seconda, poi un calo fisiologico, la grande paura, con il Genoa fattosi sotto di un solo punto, prima della grande gioia di ieri sera, con il successo sulla Reggina e il raggiungimento della Serie A a tre giornate dalla fine.

Nelle 83 panchine da allenatore dei ciociari, Grosso ha utilizzato prevalentemente il 4-3-3, con una punta centrale e due esterni puri al suo fianco. Un stile di gioco molto offensivo. In passato aveva utilizzato altri tipi di sistemi di gioco. Ad esempio al Sion utilizzava il 3-4-1-2 prevalentemente, provando a sfruttare la difesa a 3, ma gli andò male.

Grosso ha saputo adattarsi alle caratteristiche dei suoi giocatori, variando anche il suo stile e credo tattico, che ha fatto sì che si sia riusciti ad arrivare allo straordinario risultato della promozione.

Una rivincita personale e professionale, l’ennesima della sua carriera: già da giocatore, infatti, aveva mangiato tanta polvere essendo partito dai campi di Eccellenza e Serie C2, per poi raggiungere il tetto del mondo con la nazionale italiana. Ieri sera, dopo tanta gavetta ed infinite delusioni, è arrivata la giusta ricompensa anche da allenatore. Perchè il lavoro paga sempre.

Foto: twitter Frosinone