Conte: “L’allenatore incide, può arrivare anche oltre il 20%. Futuro? Mi piacerebbe prendere un giorno una squadra che ha già vinto”
13.10.2023 | 21:35
Antonio Conte, ex allenatore di Juve e Inter e CT della Nazionale, è stato ospite al Festival dello Sport di Trento.
Queste le sue parole: “Essere allenatore oggi significa seguire un calcio in continua evoluzione. Quello vissuto da calciatore mi ha permesso di incrociare due allenatore che ricordo con piacere e sono Mazzone e Fascetti. Al di là del ruolo loro erano due padri. Alla Juventus ho conosciuto Giovanni Trapattoni che non finirò mai di ringraziare. Ha avuto un atteggiamento paternale con me, ragazzino di 21 anni alla prima esperienza lontano da Lecce. Il primo a cambiare la figura dell’allenatore fu Sacchi, che ho avuto in Nazionale, e Lippi alla Juventus. Davano indicazioni in più, hanno iniziato ad usare le tecnologie applicate al calcio come le analisi video degli avversari. Ai tempi nostri l’allenatore incide tanto e sotto tutti i punti di vista. Ripeto: l’allenatore incide. Chi magari al 5%, chi al 20%, chi di più”.
C’è anche chi fa danni? “Odio questa parola, questo concetto. A volte sento dire anche fra colleghi che bisogna fare meno danni possibili. Non condivido assolutamente, a questo punto penso che non si debba nemmeno intraprendere questa strada”.
Sulla tattica: “Se io vado in una squadra dove ci sono esterni bravi nell’uno contro uno punto su di loro, se c’è un solo attaccante forte provo a metterlo nelle migliori condizioni. La flessibilità prima di tutto. Diventa fondamentale anche saper leggere la partita perché in 90 minuti ha diverse fasi. Glielo dico sempre ai miei calciatori, e se non lo capiscono glielo dico io. Dal 70’in poi subentra la lettura dell’allenatore: capire se puoi vincere, se rischi di perdere. L’essere stato giocatore aiuta nell’aspetto gestionale e so cosa dire al calciatore e come arrivare nella sua testa, sia per un qualcosa di positivo che di negativo”.
Sulla prossima panchina: “Ho vinto in contesti non facili. Come la Juventus al primo anno, oppure con il Chelsea che la stagione precedente arrivò decimo. Mi piacerebbe prendere un giorno una squadra che ha già vinto”.