Copa America Centenario: il gruppo A ai raggi X
01.06.2016 | 21:15
Nemmeno un anno fa Claudio Bravo, capitano del Cile, alzava al cielo di casa la Copa America, eppure è già tempo di tornare in campo per celebrare il centesimo anniversario della fondazione della CONMEBOL. Non a caso la storica edizione della manifestazione continentale è organizzata, per la prima volta, da un Paese collocato geograficamente fuori dal Sudamerica: gli Stati Uniti. All’interno di questo nuovo spazio vi presentiamo le 16 Nazionali che si sfideranno dal 4 al 27 giugno.
GRUPPO A
USA (4-3-3)
La rappresentativa di casa aprirà le danze nella notte tra il 3 ed il 4 giugno, ore 3.30 italiane, sfidando la più quotata Colombia, favorita per la vittoria del raggruppamento. Come modulo di riferimento abbiamo indicato il 4-3-3, tuttavia Jurgen Klinsmann, in sella agli Stars&Stripes dal 2011, nelle ultime uscite ha sperimentato diversi sistemi di gioco, compresi il 4-3-1-2 ed il 4-4-2: in buona sostanza l’unico punto fermo del canovaccio del ct tedesco è la difesa a quattro. Spulciando l’elenco dei 23 convocati possiamo notare come siano in numero maggiore, al netto di eventuali operazioni di mercato, i calciatori militanti nella Major League Soccer (13) rispetto agli elementi che, con profitto, stanno sviluppando le rispettive carriere all’estero: dagli “inglesi” Yedlin (Sunderland), Guzan (Aston Villa) e Cameron (Stoke) ai “tedeschi” Johnson (Borussia Moenchengladbach) e Pulisic (Borussia Dortmund), questi ultimi due probabilmente i più talentuosi dell’organico statunitense. Giocano invece ormai in patria le bandiere Clint Dempsey, jolly offensivo classe 1983 – ex Tottenham – oggi in forza ai Seattle Sounders, e l’ex Chievo e Roma Micheal Bradley, 28enne centrocampista abile a coniugare quantità e qualità che da due anni ha sposato la causa del Toronto FC, in cui brilla di luce propria Sebastian Giovinco.
COLOMBIA (4-2-3-1)
Favoriti d’obbligo del girone e, più in generale, in grado di competere anche per la vittoria finale, i Cafeteros si presentano all’appuntamento profondamente rivoluzionati rispetto al Mondiale del 2014, quando la loro corsa – malgrado uno straordinario James Rodriguez – si fermò ai quarti di finale contro il Brasile. Soltanto 7 i reduci di quella spedizione nella terra del samba, imponente il ricambio generazionale attuato dal commissario tecnico José Pekerman, che in questo biennio ha inserito ben 16 volti nuovi. Il 66enne condottiero argentino vede in Carlos Bacca il finalizzatore ideale e, proprio per esaltarne le caratteristiche, abitualmente utilizza lo stesso 4-2-3-1 che permise all’odierno centravanti del Milan di consacrarsi a Siviglia. Va però detto che, in fase di non possesso, il modulo può agevolmente trasformarsi in un più coperto 4-5-1, all’interno del quale il compito di inventare negli ultimi 30 metri sarà comunque assegnato a Juan Cuadrado ed al sopracitato James, vogliosissimo di riscattare l’annata in chiaroscuro tra le file del Real Madrid laureatosi campione d’Europa sabato scorso a San Siro. Tra le individualità da segnalare, oltre ai “milanesi” Murillo e Zapata, per quanto il centrale ex Udinese sia in scadenza con i rossoneri, va evidenziato il nome di Marlos Moreno, guizzante esterno offensivo dell’Atletico Nacional già indicato come nuovo astro nascente del calcio colombiano. A casa, tra gli altri, Radamel Falcao, ultimamente un ectoplasma, Fredy Guarin e Jackson Martinez, che – accettando l’esilio dorato in Cina – hanno di fatto anteposto il portafoglio all’aspetto tecnico.
COSTA RICA (4-4-2)
Ragionamento diametralmente opposto, rispetto a quello appena fatto per la Colombia, si può invece fare per i Ticos, dal momento che Oscar Ramirez, successore in panchina di Jorge Luis Pinto, si è collocato sulla scia dell’allenatore che aveva portato Costa Rica alle soglie delle semifinali mondiali, confermando lo zoccolo duro della rosa che in Brasile si arrese soltanto ai rigori all’Olanda di Van Gaal. Il tutto dopo aver vinto, contro ogni pronostico, il girone che li vedeva teoricamente squadra materasso alle spalle delle big Italia, Inghilterra e Uruguay. In seno alla Tricolor spiccano i profili di Joel Campbell, ventitreenne attaccante dell’Arsenal, Bryan Ruiz, punta molto più esperta dello Sporting Lisbona nonché carnefice azzurro nel 2014, Celso Borges, centrocampista del Deportivo La Coruña, e Oscar Duarte, difensore centrale dell’Espanyol che in passato era finito nel mirino di qualche società italiana. A tal proposito, sorprendente l’esclusione del baluardo del Palermo Giancarlo Gonzalez. Mentre la stella indiscussa della Nazionale centroamericana, il portiere Keylor Navas, titolare del Real Madrid fresco di Undécima, è stato costretto a dare ufficialmente forfait a causa di un problema al tendine d’Achille. Assenza pesantissima quella dell’estremo difensore classe 1986.
PARAGUAY (4-4-2)
Vincitrice per due volte della competizione, l’Albirroja spera di confermarsi sui livelli dello scorso anno, quando in Cile si concesse il lusso di eliminare ai quarti la Seleção di Carlos Dunga, prima di venire travolta dall’Argentina in semifinale con un tennistico 6-1. E la sensazione è che i Guaranì, sotto la sapiente regia di Ramon Diaz, possano centrare – unitamente alla Colombia – la qualificazione alla fase a eliminazione diretta, dovendo guardarsi soprattutto dagli Usa che potrebbero fungere da terzo incomodo. Il ct argentino, che gli appassionati di lungo corso ricorderanno per la sua militanza negli Anni 80 tra le file di Napoli, Avellino, Fiorentina e Inter, per l’edizione del centenario deve rinunciare per infortunio all’eterno Roque Santa Cruz. In luogo del 34enne centravanti è stato precettato il rampante Antonio Sanabria, proprietà Roma e reduce da un’ottima parentesi tra le file dello Sporting Gijon. L’attacco del Paraguay, che annovera l’altro grande vecchio Nelson Haedo Valdez, si colora di giallorosso anche per la presenza di Juan Manuel Iturbe, che dopo due stagioni da dimenticare (un disastro per lui il prestito al Bournemouth, autentico ufo l’ex Verona in Premier League) cercherà di dare un senso alla scelta fatta a livello di Nazionali grazie al doppio passaporto. Dalla centrocampo in su occhio a Ortigoza e Derlis Gonzalez.
Jody Colletti