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Cosa cambia con De Boer: il 4-3-3 come base, ma…

08.08.2016 | 00:55

Classe 1970, apprezzato da Suning, bloccato in tempi non sospetti, incontrato da Piero Ausilio. Frank De Boer è un allenatore limpido, dalle idee chiarissime, amante del bel gioco e con un concetto tattico chiaro in testa. Si viaggia in nome del 4-3-3, ma ha dimostrato di sapersi adattare in corsa. Il 4-2-3-1 che aveva in mente Mancini non è una rivoluzione assoluta rispetto alle idee di quest’allenatore che dopo aver vinto 4 scudetti consecutivi con l’Ajax e persi due di fila, il secondo dei quali al fotofinish, si è messo a piangere e ha pensato che sarebbe stato il caso di provare nuove esperienze. L’Inter, appunto. Se confermasse il 4-3-3 sarebbe un problema la posizione di Banega, fiore all’occhiello del mercato nerazzurro e ormai da tempo molto competitivo come trequartista alle spalle della punta centrale. Riportarlo a centrocampo significherebbe snaturarlo, ecco perché bisognerà capire come e quanto De Boer saprà essere elastico rispetto alle sue idee recenti. Non è un integralista, malgrado il modulo ambizioso, ma lavora molto sulla difesa. Candreva più Perisic esterni alti possono essere più che idonei e competitivi per l’Inter che dovrà disegnare. Si avvertiva la necessità di un centrocampista (Luiz Gustavo è un’opzione, non l’unica), forse di un altro difensore (Garay piacerebbe a tutti), ma siamo ai primi passi rispetto a una storia tutta da disegnare. A due settimane dall’inizio della stagione. Con un ruolo non certo da traghettatore perché Suning su De Boer ci punta, probabile triennale. Anche se i risultati, come sempre, saranno l’unica e vera cartina di tornasole.

Foto: uefa.com