Cucurella: “Le critiche mi facevano male, ho svoltato con un mental coach. Spagna-Germania? Me la sono fatta sotto”
In una lunga intervista rilasciata alla
Gazzetta dello Sport, Marc
Cucurella ha parlato del grande beneficio che ha apportato nella sua vita il lavoro con un mental coach. Apre poi una parentesi sul discusso tocco di mano non fischiato in occasione di
Spagna-Germania ad Euro24. Sul divenire un 'cult hero':
"Prima la gente si fissava solo sui big che segnavano milioni di gol, ora guardano anche a uno come me che fa il terzino e segna poco. Siamo passati da Ronaldinho a Cucurella, come cambiano i tempi". I primi momenti a Londra:
"Il carattere positivo c'è sempre stato, ma avendo vissuto di alti e bassi prima le critiche mi facevano male. Sono arrivato al Chelsea dal Brighton per una cifra molto alta, e siccome le cose andavano male se la prendevano con me. E poi appena arrivato a Londra io e mia moglie non trovavamo casa, avevamo problemi a scuola coi bambini, sono stato in ospedale, e il giorno di Brasile-Serbia ai Mondiali sono entrati a rubare in casa. Noi di sotto guardavamo la partita, mia moglie è salita e se li è trovati di fronte. Per fortuna sono scappati, ma siamo tornati a vivere in hotel". Sul mental coach: "
Nel dicembre scorso sono stato fuori tre mesi per un infortunio alla caviglia. Ho avuto tempo per pensare. A un certo punto sparisci, non giochi e non ti si fila più nessuno. Ne ho parlato con un mental coach e ho iniziato a relativizzare le cose, a farmele scivolare addosso". Spagna-Germania:
"Mamma mia che paura. Me la sono fatta addosso, ho guardato l'arbitro e l'ho visto sicuro, "No, penalty!". Mi sono detto: "Rilassati" ma l'ho fatto solo quando il gioco è ripreso. Poi ora vengono a dire che era rigore: a cosa serve? Il problema vero è che c'è una confusione bestiale". Foto: Instagram Cucurella