CUORE RIVER, “DIEZ” MODERNO: MANUEL LANZINI, L’AMMAZZA-TOTTENHAM

La Premier League, per la seconda stagione di fila, è destinata a parlare italiano. L’anno scorso lo straordinario trionfo di Claudio Ranieri alla guida del Leicester, l’impresa per eccellenza della storia calcistica recente. Adesso Antonio Conte, all’esordio su una panchina estera e con un organico che ricalca quello che dodici mesi fa arrivò decimo, vede lo striscione dell’ultimo chilometro. Battendo il Middlesbrough a Stamford Bridge, il suo Chelsea allungherebbe a più 7 a tre turni dal termine. I Blues vantano infatti 4 punti di vantaggio sul Tottenham, che però ha disputato una partita in più, quella di ieri sera persa nella tana del West Ham. Probabilmente la mazzata definitiva per le ambizioni degli Spurs, destinati nuovamente al secondo posto come nell’annata precedente, con Mauricio Pochettino autorizzato a fare gli scongiuri al cospetto di chi inizia ad additarlo come erede di Hector Cuper.



Ebbene, a dare una grande mano a don Antonio è stato Manuel Lanzini. La differenza, nella splendida cornice dell’Olympic Stadium, l’ha fatta al 20’ della ripresa il suo rabbioso destro sotto misura all’esito di un azione da ‘Mai dire…’, con palla ad attraversare per due volte l’area di rigore, tra una selva di gambe, senza che nessun difensore del Tottenham riuscisse a spazzare. Gioia Hammers per il prestigioso successo in uno dei tanti derby di Londra, che ha consentito alla formazione di Slaven Bilic di raggiungere quota 42 punti e archiviare definitivamente la questione salvezza. I martelli stanno chiudendo discretamente una stagione nata sotto i peggiori auspici, leggasi clamorosa eliminazione per mano dei rumeni dell’Astra Giurgiu nel playoff di Europa League, e proseguita costantemente tra alti e bassi, con l’aggravante rappresentata dalla cessione del gioiello Payet (destinazione Marsiglia) a gennaio, decisamente più dolorosa di quella di Zaza, volato al Valencia.  Di Manuel Lanzini, nato a Ituzaingò (alle porte di Buenos Aires il 15 febbraio del 1993, si parla da anni, da quando giovanissimo incantava tra le file del River Plate. L’esordio a 17 anni, sostituendo nientemeno che El Burrito Ariel Ortega contro il Central Norte, il massimo per chi la maglia dei Millonarios la sognava da bambino con il poster di Enzo Francescoli in cameretta, al punto da rifiutare a 9 anni circa il provino con il Boca Juniors che gli aveva procurato Ramon Maddoni, il grande talent scout argentino che - tra gli altri - aveva scoperto Tevez e Riquelme, la storia degli Xeneizes.

Dopo aver sgambettato per Club Academia Kaly de Ituzaingó,  77 Futbol Club e 4 de Mayo de Moron, Manuel nel 2002 stava per accordarsi con il Velez Sarsfield, quando arrivò a sorpresa la chiamata del River. Trafila nelle giovanili e tre stagioni in prima squadra (chiuse con 13 reti e 14 assist in 89 presenze), intervallate dal biennio in prestito al Fluminense (42 gare ufficiali, impreziosite da 5 gol e 3 assist), poi impossibilitato a riscattarne l’esoso cartellino. Nel 2014 la svolta a sorpresa, con l’Al-Jazira che il 6 agosto ne ufficializza l’acquisto dal club di Baires per 12 milioni di dollari. Possibile che a soli 21 anni abbia anteposto le ragioni di portafoglio a quelle tecniche? Questa la domanda che campeggiava nelle menti di chi aspettava già di vederlo in azione in Europa. Fortunatamente, dopo aver messo a referto 7 reti e 5 assist ad Abu Dhabi in coppia con Mirko Vucinic, Manu si accorge dell’errore, magari frutto di qualche consiglio sbagliato, e un anno dopo accetta la corte del West Ham, che prima lo prende in prestito con diritto di opzione e poi lo riscatta. Nel biennio tra le file degli Hammers Lanzini ha sin qui fatto registrare 16 gol e 6 assist, 8 le reti messe a segno nella corrente edizione della Premier. L’ultima, appunto, quella di ieri sera. Manuel è un numero 10 moderno: è munito della classica struttura fisica da diez argentino (170 cm per 66 kg), ma anche della rapidità degli esterni d’attacco. Lo spunto nell’uno contro uno come fiore all’occhiello, in un repertorio di dribbling, finte a profusione e scatti repentini. Può migliorare ancora nella continuità delle prestazioni: quando - e se - arriverà anche quella, con il massimo rispetto che si deve a un club storico come il West Ham, lo vedremo difendere i colori di una big del Vecchio Continente. Anche se noi, su Manuel Lanzini, ci punteremmo a prescindere con la certezza che, con appena 24 primavere sulle spalle, il meglio debba ancora venire.



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