Da questa sera 24 Nazionali sognano la gloria di vincere gli Europei. E saranno 24 i CT che sognano di alzare il trofeo l'11 giugno a Wembley. Perchè è giusto citare tutte le 24 Nazionali, visto che il calcio riserva sempre tante sorprese, gli Europei in particolare, basti ricordare ai trionfi della Grecia del 2004 o della Danimarca del 1996 o la semifinale del Galles del 2016. Insomma, sognare è lecito e lo fanno i CT delle Nazionali. Scopriamo chi sono i protagonisti in panchina di questi Europei. Roberto Mancini: Partiamo dal nostro CT, chiamato alla ricostruzione post fallimento Ventura del 2017. E i numeri danno ragione al "Mancio". 31 le sue panchine con l’Italia, 22 le vittorie e un’imbattibilità lunga 26 incontri. Nessuno ha la sua media di successi tra i predecessori (71%) grazie ai 73 punti raccolti, 75 i gol fatti (30 marcatori diversi) e solo 14 subiti. Un bilancio da applausi, lui che da allenatore aveva già vinto 13 trofei dall’Italia (Fiorentina, Lazio e Inter) all’estero (Manchester City e Galatasaray). Ora lo attendiamo per il vero esame, con avversarie di livello nell'atto finale di un grande torneo. Didier Deschamps: Continuiamo con il CT campione del Mondo in carica, vice campione d'Europa e favorito numero uno alla vittoria. E' il secondo allenatore più longevo degli Europei (il primo è Low). Sicuramente inseguirà il titolo, sfuggitogli in casa 5 anni fa, lui che lo conquistò da giocatore nel 2000 oltre a festeggiare il Mondiale. E da allenatore, a livello di club, si era già imposto in Francia con Monaco e Marsiglia. La Francia vuole regalarsi un altro trionfo e Didier potrebbe lasciare la Nazionale chiudendo un cerchio. Fernando Santos: Arriviamo a colui che difenderà il titolo di 5 anni fa, il CT del Portogallo. Campione d’Europa in carica, l'unico ad aver trionfato tra i 24 CT in corsa, il 66enne portoghese è secondo per anzianità solo a Gunes della Turchia, e dal 2014 guida CR7 e compagni. Erede di Paulo Bento, Santos ha riscritto il destino del Portogallo: festa a Euro 2016, ma in bacheca c’è anche la prima edizione della Nations League. Per lui 11 partite nella fase finale del torneo con 5 pareggi (nessuno ne ha raccolti di più) ma che portarono alla vittoria finale. E il tecnico portoghese figura tra i cinque allenatori qualificati all’Europeo con più di una Nazionale (anche la Grecia nel 2012). Joachim Low: Il più longevo dei CT, vuole chiudere la sua esperienza in Nazionale con un colpaccio. Non sarà più il Ct della Germania al termine dell’Europeo, fine di un’era lunga quasi 15 anni che lo rende Il 61enne tedesco era stato vice di Klinsmann fino al 2006, da allora quasi 200 partite dai risultati esaltanti: finalista a Euro 2008, dove si arrese solo alla Spagna, semifinalista nel 2012 quando fu l'Italia ad eliminarlo e nel 2016, quando si arrese alla Francia. Campione del mondo nel 2014 in Brasile, con la leggendaria gara del 7-1 in semifinale ai padroni di casa, che seguì il terzo posto nel 2010. Numeri strepitosi per Low che ora vuole chiudere con un sigillo. Il tedesco alla fase finale degli Europei vanta 17 incontri e 11 vittorie nella fase finale (tre disputate, dietro solo a Lagerback con quattro). Luis Enrique: La Spagna sesta potenza del ranking Fifa, non parte favorita per questi Europei ma è tra le grandi outsiders, allenata da un big abituato a vincere, come Luis Enrique. Nove trofei alla guida del Barcellona per il Ct 51enne, tra cui il triplete del 2015. Selezionatore della Spagna dal 2018 dopo il caotico Mondiale russo. Da ricordare la gestione affidata al suo vice Moreno a causa della grave malattia (seguita dalla tragica scomparsa) della figlia Xana. Il bilancio di Luis Enrique in Nazionale recita 17 partite e solo tre sconfitte: ad ottobre sarà proprio lui a sfidare l’Italia nella semifinale di Nations League. Gareth Southgate: Una Nazionaale che ambisce a trionfare dopo quasi 50 anni è l'Inghilterra guidata da Southgate. Quarta nel ranking Fifa ma eterna sconfitta, si può dire. Southgate, dopo aver chiuso il Mondiale russo al quarto posto prima del podio nella Nations League del 2019, ora punta ad un trofeo e questi Europei gli possono dare una grande mano. Un'ulteriore delusione potrebbe costargli caro e occhio ai rigori, storicamente fatali alla Nazionale dei tre leoni. Zlatko Dalic: Il CT vice campione del Mondo in carica con la Croazia, classe 1966. Storica la finale raggiunta (e persa) da Dalic contro la Francia nel 2018, allenatore che in precedenza aveva vinto solo in Albania e nella Penisola araba. Aveva raccolto l’eredità di Cacic, ora punta ad eguagliare i quarti agli Europei raggiunti dalla Nazionale nel 1996 e nel 2008. Le premesse sono buone: primo nel girone di qualificazione, risultati in crescita dopo la recente flessione. Roberto Martinez: A guidare la prima forza del ranking Fifa, il Belgio, c'è Roberto Martinez, in sella ai diavoli fiamminghi dal 2016, dopo gli Europei fallimentari. Ex centrocampista e bandiera del Wigan, club dove in panchina conquistò la FA Cup del 2013 ai danni del Manchester City di Mancini, Martinez aveva allenato anche l’Everton prima dell’incarico col Belgio. Terzo posto al Mondiale del 2018, schiacciasassi nelle qualificazioni con 10 vittorie in altrettante partite. In quasi 5 anni di gestione ha perso solo 4 volte: le avversarie dei Diavoli Rossi sono avvisate. Ora però, si punta alla vittoria di un titolo. Frank De Boer: Gli Oranje possono essere tra le protagoniste a sorpresa degli Europei, dopo anni di delusioni. Squadra affidata all’erede di Koeman (passato al Barcellona) dallo scorso settembre. De Boer da giocatore con i club ha vinto tutto, in particolare nell'Ajax. Meno da allenatore dove, si è imposto in Olanda, con i lancieri, ma meno altrove. Ne sanno qualcosa i tifosi dell’Inter, delusi dalla sua brevissima esperienza italiana (ricordata solo per un successo sulla Juve nel 2016). Meglio era andata con l’Ajax e successivamente negli Stati Uniti con l’Atlanta United. Vlado Petkovic: Vecchia conoscenza della Serie A, 57enne e terzo per longevità (6 anni e 10 mesi) tra i CT delle squadre all’Europeo. In bacheca la storica Coppa Italia del 2013 con la Lazio, lui che ha già guidato la Svizzera a Euro 2016 raggiungendo gli ottavi (traguardo bissato al Mondiale seguente) come mai era accaduto nella storia della Nazionale. Vinto il girone di qualificazione davanti alla Danimarca, Petkovic aveva chiuso al 4° posto la prima edizione della Nations League. E ora affronterà l’Italia per la prima volta. L'obiettivo è superare i gironi e magari approdare ai quarti di finale per la prima volta in carriera con la Nazionale elvetica.
Robert Page: Ha sostituito Ryan Giggs sulla panchina del Galles, in seguito alle accuse di violenza domestica emerse lo scorso novembre a carico della leggenda dello United. Incarico ad interim per il classe 1974, già vice dell’ex Manchester United e in panchina nelle ultime 6 partite del Galles (4 vittorie e una sola sconfitta col Belgio). Sarà una bella vetrina per Page, opposto agli Azzurri il prossimo 20 giugno. Avrà il compito durissimo di difendere la semifinale conquistata da Bale e compagni 5 anni fa. Impresa quasi impossibile.
Kasper Hjulmand: Successore del norvegese Hareide, classe 1972, il Ct danese ha tagliato il traguardo della fase finale piazzandosi alle spalle della Svizzera nel girone di qualificazioni. In bacheca un titolo nazionale col Norsdjaelland (2012). In dieci incontri da Ct ha perso due volte, entrambe col Belgio in Nations League: da registrare come 6 dei 7 gol concessi nella sua gestione siano stati segnati proprio dai Diavoli Rossi. Stanislav Chercesov: La Russia riprova l'impresa dei Mondiali di casa, quando approdò ai quarti, dopo aver eliminato la Spagna ai rigori agli Ottavi. Alle spalle del Belgio nelle qualificazioni, sotto contratto fino al termine dei Mondiali in Qatar nel 2022, il Ct russo cerca il colpo sulle orme della squadra che nel 2008 arrivò fino in semifinale. Ma erano altri tempi. Markku Canerva: Il CT della Finlandia è un ex insegnante di matematica, che ha trascinato gli Scandinavi agli Europei per la prima volta, arrivando secondo nel girone dell'Italia. Il sogno ora è approdare agli Ottavi. Ma l'obiettivo, quello di esserci, è stato già ampiamente raggiunto. Franco Foda: CT tedesco con madre veneziana. Non potrebbe essere che lui a guidare l'Austria. Da giocatore era un difensore colonna dello Sturm Graz prima di ripetersi col club nelle vesti di allenatore. Dal 2017 guida la Nazionale, incarico che l’ha visto portare l’Austria all’Europeo per la terza volta nella propria storia. Merito del 2° posto dietro alla fortissima Polonia. Andriy Shevchenko: Come calciatore non servono presentazioni per Sheva, straordinario goleador al Milan e Pallone d’Oro nel 2004. Anche da allenatore sta dimostrando le sue qualità.Braccio destro di Fomenko nel 2016, anno che l’ha premiato con la nomina a CT della sua Nazionale, Shevchenko conserva pezzi rossoneri nel suo staff (Mauro Tassotti e Andrea Maldera) e ha dominato le qualificazioni davanti al Portogallo di CR7: 20 punti e nessuna sconfitta per l’Ucraina, abbonata piuttosto ai pareggi nelle primissime gare verso Qatar 2022. E occhio quindi a Sheva e ai suoi ragazzi terribili. Insieme ad Angelovski è il CT più giovane dell'Europeo.
Igor Angelovski: Come appena detto, uno degli allenatori più giovani dell'Europeo insieme a Sheva: entrambi classe 1976. Comunque vada per lui è un trionfo, aver raggiunto questo livello. E ora se la gioca, con l'eterno Pandev davanti, pronto a prendersi soddisfazioni.
Steve Clarke: L'uomo che ha riportato la Tartan Army alla fase finale,traguardo raggiunto per la terza volta a distanza di 25 anni dall’ultima volta. Nessun trofeo in bacheca per il 57enne scozzese, ex difensore del Chelsea che proprio tra i Blues fu a lungo vice di Mourinho. Clarke si era messo in proprio successivamente (Wba, Reading e Kilmarnock) prima della chiamata della Scozia, avvento che l’ha visto beffare ai rigori Israele e Serbia.
Paulo Sousa: Centrocampista che ha vinto tutto. Un passato da allenatore in Serie A per il CT polacco, classe 1970 che ricordiamo sulla panchina della Fiorentina ma anche da centrocampista con Juventus, Inter e Parma. Trofei da allenatore distribuiti tra Ungheria, Israele e Svizzera per Paulo Sousa, nominato alla guida della Polonia lo scorso gennaio al posto di Brzeczek. Il suo recentissimo incarico è circoscritto all’inizio delle qualificazioni mondiali: un pareggio in Ungheria, un facile successo su Andorra e un ko in Inghilterra. Ora si prepara per fare un ottimo Europeo e portare la Polonia almeno agli ottavi di finale. Janne Andersson: E' il CT che firmò la beffa italiana verso il Mondiale del 2018 a San Siro con la Svezia. Svezia che si spinse fino ai quarti in Russia (fuori con l’Inghilterra) e che ha ottenuto il pass per l’Europeo tenendo il passo della Spagna. Non avrà Ibrahimovic tra i convocati, Kulusevski ha dovuto abbandonare per Covid, ma Andersson ha già dimostrato di valorizzare risorse e stupire in campo. Ha vinto poco da allenatore (due titoli col Norrkoping), certo è che nel 2021 ha infilato solo successi. Stefan Tarkovic: Sulla panchina della Slovacchia da novembre 2020 ma in orbita nazionale dal 2013 nelle vesti di vice (Kozak), Ct ad interim e direttore tecnico. In precedenza aveva allenato in patria (Kosice e Zilina), ma è la Slovacchia il suo presente: discreto l’impatto nelle qualificazioni Mondiali, sebbene lo scalpo della Russia sia da applausi. E ora la seconda storica partecipazione. Marco Rossi: L'Italia avrà due CT italiani agli Europei. Oltre Mancini ci sarà Marco Rossi, CT dell'Ungheria. Il 56enne torinese, ex difensore dai trascorsi in Serie A e un’avventura in panchina che l’ha portato all’estero. Eccezion fatta per una stagione in Slovacchia, dal 2012 ha sempre allenato in Ungheria dove ha festeggiato lo scudetto con l'Honved e si è guadagnato la Nazionale. Qualificazione centrata dopo lo spareggio ad alta tensione contro l’Islanda, decisa dalla stella Szoboszlai, che però ha poi dovuto dire addio all'Europeo. Festa per una squadra che non perde da 9 mesi. Difficile mantenere l’imbattibilità nel girone più complicato del torneo con Germania, Portogallo e Francia. Sarebbe importante già chiudere senza sconfitte la manifestazione.