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DAI PARAGONI CON SIR ALEX AL FALLIMENTO UNITED: MOYES AL WEST HAM PER RINASCERE

08.11.2017 | 10:30

David Moyes riparte dal West Ham. Dopo le esperienze non proprio fortunate con Manchester United, Real Sociedad e Sunderland, il tecnico scozzese subentra in panchina all’esonerato Bilic, con l’arduo compito di risollevare gli Hammers, attualmente relegati al terzultimo posto in classifica, frutto di 9 punti conquistati in 11 giornate di Premier League. Un avvio di stagione disastroso quello della formazione londinese, nonostante un mercato estivo importante, impreziosito dagli innesti di calciatori di livello internazionale come Hart, Zabaleta e Chicharito Hernandez. Adesso la palla passa a Moyes, che dovrà scacciare i fantasmi delle ultime stagioni negative. “Non vedo l’ora di iniziare, incontrare i tifosi e vivere lo stadio insieme a loro. Abbiamo bisogno del loro sostegno, abbiamo bisogno di tutti per portare a termine un grande lavoro”, ha dichiarato Moyes subito dopo la firma con gli Hammers, mostrando quella passione che nel suo curriculum non è mai mancata.

Nato a Glasgow il 25 aprile 1963, David William Moyes, iniziò a giocare a calcio per gli islandesi dell‘IBV nel 1978, per poi passare ai dilettanti del Drumchapel Amateurs. Due anni più tardi divenne un giocatore del Celtic, con cui vinse due campionati scozzesi nel giro di tre stagioni. Giocò per altre sei squadre nei successivi 16 anni, chiudendo la sua carriera con il Preston North End. Conclusa l’esperienza da calciatore, iniziò ben presto quella da allenatore, considerato che aveva ottenuto il patentino da coach a soli 22 anni. Nel gennaio 1998, Moyes, divenne il nuovo manager del Preston, sostituendo Gary Peters. Evitò la retrocessione, ed allenò la squadra sino al 2002, conducendola alla promozione in Football League One nel 2000. Due anni più tardi, lasciò i Whites (bilancio di 243 gare, 113 vittorie, 67 pareggi e 63 sconfitte) per accasarsi all’Everton, in Premier League. Debuttò sulla panchina dei Toffees il 16 marzo, nella vittoria per 2-1 sul Fulham, e condusse successivamente il club di Liverpool al settimo posto in classifica. Negli anni successivi, portò l’Everton a ben quattro qualificazioni europee (una in Champions League nel 2004-2005 e tre in Coppa UEFA/Europa League) e ad una finale di FA Cup nel 2009, persa per 2-1 con il Chelsea. È stato eletto per tre volte “Allenatore dell’anno” dalla League Managers Association, oltre a risultare “Allenatore del mese” della Premier League in dieci occasioni. Numeri di tutto rispetto, che inevitabilmente attirarono su di sé le attenzioni dei top club, inglesi e non, pronti a fare follie per lui. Il 9 maggio 2013, in seguito al ritiro di Sir Alex Ferguson, allora manager del Manchester United, Moyes viene ufficialmente ingaggiato come nuovo allenatore dei Red Devils, assumendo l’incarico a partire dal 1º luglio 2013 con un contratto della durata prevista di sei anni, chiudendo così, dopo undici stagioni, la sua lunga e intensa esperienza con l’Everton. Un mese dopo lo sbarco all’Old Trafford, Moyes conquista il primo trofeo, vincendo a Wembley il Community Shield, sconfiggendo con il risultato di 2-0 il Wigan. Sembra l’inizio della favola a lieto fine, con la stampa britannica che già da diverso tempo gli ha affibbiato il soprannome di “nuovo Ferguson”. Il motivo? Appena nove i chilometri che separano il luogo di nascita di Moyes dal numero 667 di Govan Road a Glasgow, dove 21 anni prima nacque Sir Alex. E fu proprio Ferguson a suggerire il nome dell’allenatore nato a cinque miglia da casa sua per il futuro. Sono tanti i fattori che accomunano i due allenatori scozzesi. Come Ferguson, anche Moyes è uomo di temperamento. Entrambi hanno un forte senso del lavoro e dell’etica. Hanno anche le stesse passioni, come i cavalli (Fergie è coproprietario di What A Friend e di Harry The Viking, mentre Moyes di Desert Cry), adorano lanciare giovani talenti. Di certo il club di Manchester ci ha creduto, eccome, in David. Contratto da sei stagioni, tanto per iniziare. Con la speranza di rivivere una carriera come quella del Maestro. E magari anche in una statua come la sua, alle porte dell’Old Trafford. Niente di tutto questo. Ben presto, infatti, la favola si trasformerà in un vero e proprio incubo. La stagione 2013-2014 si rivela infatti molto negativa per i Red Devils. E il 22 aprile Moyes viene esonerato dallo United, a causa dei risultati scarsi ottenuti in campionato e in Champions League. Sette mesi dopo, il tecnico scozzese torna in panchina: il 10 novembre 2014 viene ingaggiato dalla Real Sociedad, con cui sottoscrive un contratto biennale. Ma nel novembre successivo viene esonerato per via dei risultati negativi. Un anno e mezzo di inattività, poi ecco la nuova chiamata dalla Premier League: questa volta è il Sunderland ad affidargli l’incarico. L’avventura sulla panchina dei Black Cats inizia il 23 luglio 2016, ma si conclude già il 22 maggio, dopo aver condotto il club all’ultimo posto in campionato e alla conseguente retrocessione. Tre esperienze fallimentari, tra United, Real Sociedad e Sunderland, e una voglia matta di riscatto. E ora per David Moyes si aprono le porte di una nuova avventura in Premier League, targata West Ham, con l’arduo compito di risollevare gli Hammers reduci da un avvio di stagione disastroso e relegati al terzultimo posto in classifica. Una sfida per niente semplice, di quelle che Moyes ama alla follia. Perché per il mago scozzese niente è mai banale.

Foto: Twitter ufficiale West Ham