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Dal legame viscerale al sogno panchina finora rimasto tale: Zenga incrocia la “sua” Inter

03.02.2018 | 00:05

Sarà un sabato sera particolare per Walter Zenga, che nel complesso sta facendo bene alla guida del Crotone: 7 punti in 7 partite, media migliore rispetto al suo predecessore Nicola che ne aveva totalizzati 12 in 15 gare. E il bottino per l’Uomo Ragno avrebbe potuto anche essere migliore senza qualche disastro VAR, come quello di domenica scorsa. Oggi il 57enne tecnico milanese doc tornerà da avversario a San Siro, lo stadio che nella carriera da calciatore ha rappresentato la sua casa per ben 12 anni: 473 presenze complessive tra i pali dell’Inter, con in bacheca lo scudetto dei record, 1 Supercoppa italiana, 2 Coppe Uefa e 3 riconoscimenti IFFHS quale miglior portiere del mondo. Un legame viscerale con l’ambiente nerazzurro, sintetizzato dalle parole proferite in conferenza stampa: “Per me sarà complicato, visti i miei sentimenti. Tra me e l’Inter c’è amore reciproco, è evidente. Saluterò i tifosi, quello è il mio stadio, è stato parte della mia vita e tutti gli anni che ho passato lì me li porterò nella tomba, perché sono nato, vissuto e cresciuto nell’Inter. Allenarla un giorno? Sognare in grande non costa nulla, ma se non si fa bene oggi è difficile progettare il domani”. Già, quel sogno sbandierato più volte nel corso degli ultimi anni, ma sempre rimasto tale perché sulla sponda nerazzurra dei Navigli, a differenza di quanto accade in ambito rossonero sulla scorta del refrain “Il Milan ai milanisti”, da tempo immemore la panchina non viene affidata alle bandiere di una volta: l’ultimo fu Mario Corso nell’annata 1985-86, tralasciando la breve ma fortunata parentesi di Gianpiero Marini nel 1994. Per Zenga arriva la notte delle emozioni forti, sognando uno scherzetto alla “sua” Inter

Foto: pinterest.ch-Facebook Crotone