Dal legame viscerale al sogno panchina finora rimasto tale: Zenga incrocia la “sua” Inter
Sarà un sabato sera particolare per
Walter Zenga, che nel complesso sta facendo bene alla guida del
Crotone: 7 punti in 7 partite, media migliore rispetto al suo predecessore
Nicola che ne aveva totalizzati 12 in 15 gare. E il bottino per l’
Uomo Ragno avrebbe potuto anche essere migliore senza qualche disastro VAR, come quello di domenica scorsa. Oggi il 57enne tecnico milanese doc tornerà da avversario a
San Siro, lo stadio che nella carriera da calciatore ha rappresentato la sua casa per ben 12 anni: 473 presenze complessive tra i pali dell’
Inter, con in bacheca lo scudetto dei record, 1 Supercoppa italiana, 2 Coppe Uefa e 3 riconoscimenti IFFHS quale miglior portiere del mondo. Un legame viscerale con l’ambiente nerazzurro, sintetizzato dalle parole proferite in conferenza stampa:
“Per me sarà complicato, visti i miei sentimenti. Tra me e l'Inter c’è amore reciproco, è evidente. Saluterò i tifosi, quello è il mio stadio, è stato parte della mia vita e tutti gli anni che ho passato lì me li porterò nella tomba, perché sono nato, vissuto e cresciuto nell’Inter.
Allenarla un giorno? Sognare in grande non costa nulla, ma se non si fa bene oggi è difficile progettare il domani”. Già, quel sogno sbandierato più volte nel corso degli ultimi anni, ma sempre rimasto tale perché sulla sponda nerazzurra dei Navigli, a differenza di quanto accade in ambito rossonero sulla scorta del refrain
“Il Milan ai milanisti”, da tempo immemore la panchina non viene affidata alle bandiere di una volta: l’ultimo fu
Mario Corso nell’annata 1985-86, tralasciando la breve ma fortunata parentesi di
Gianpiero Marini nel 1994. Per
Zenga arriva la notte delle emozioni forti, sognando uno scherzetto alla "sua"
Inter... Foto: pinterest.ch-Facebook Crotone