RINGHIO E GLI “ORFANELLI”
18.06.2020 | 20:30
Adesso è troppo semplice. Tutti parlano di Gattuso, tutti raccontano retroscena: non c’è tempo da perdere, bisogna recuperare il terreno perso. La verità è che in tanti avrebbero speso zero euro per scommettere su Ringhio, alcuni neanche cinquanta centesimi. Anzi, l’avevano accolto con un cattiveria senza precedenti. Erano gli stessi che, in precedenza, avevano collezionato titoli su titoli (senza fondamento) per mandarlo via dal Milan quando, in fondo, poi sarebbe stato lo stesso Rino a togliere il disturbo, avendo capito che il famoso progetto difficilmente sarebbe decollato. In Italia funziona così: ci sono gli allenatori intoccabili, anche se perdono e falliscono, ma anche quelli che vanno giudicati ancor prima di mettere piede in qualsiasi nuova realtà.
Ancelotti (che nessuno ovviamente può discutere come allenatore ma in Campania non l’hanno visto…) sarebbe stato da difendere anche se ne avesse perse venti di fila, anche se avesse portato il Napoli ai margini della zona retrocessione (paradosso). Una roba che al semplice pensiero dovrebbe far salire la febbre, considerato che bisognerebbe essere sempre intellettualmente equilibrati, senza fare sconti se parli di Tizio piuttosto che di Caio. Quando Gattuso è arrivato il rischio – praticamente una certezza – era che sarebbe stata una stagione compromessa. L’ha rimessa clamorosamente in piedi, ha addirittura vinto un trofeo: gli “orfanelli” sono in fuga. Anzi, sono gli stessi che adesso prenotano un posto sul suo carro, anche in piedi – pur di esserci – con una faccia da schiaffi.
Foto: profilo Twitter ufficiale SSC Napoli