DAL REAL ALLA SECONDA DIVISIONE INGLESE: JULIO BAPTISTA, UNA “BESTIA” PER IL BOLTON

Dal Real Madrid fino alla Championship, la seconda divisione inglese, passando per Roma e Londra, sponda Arsenal. Potrebbe essere questa la parabola calcistica di Julio Baptista, uno dei calciatori brasiliani più promettenti degli ultimi 20 anni. La "Bestia", soprannome affibbiatogli per via di un fisico possente e di una forza al limite del disumano, è attualmente svincolato dopo l'esperienza negli Stati Uniti con gli Orlando City, ma presto potrebbe tornare a calcare i prati verdi in Inghilterra. Secondo le indiscrezioni provenienti dal Regno Unito, infatti, l'attaccante carioca, alla soglia dei 36 anni, sarebbe a un passo dal Bolton Wanderers, prestigioso club con sede a Horwich, attualmente relegato nel campionato di seconda divisione. Per Julio Baptista si tratterebbe di un ritorno oltremanica, dopo l'esperienza non proprio fortunata con la maglia dell'Arsenal nella stagione 2006-2007. Júlio César Clemente Baptista, noto semplicemente come Julio Baptista, è nato a San Paolo il 1° ottobre 1981. Fin da bambino si appassiona al fútbol, iniziando a giocare tra le vie della sua città come molti suoi coetanei. Ha cominciato la sua carriera calcistica da professionista nel 2000 in un club mica male: in patria - e non solo - il San Paolo è una vera e propria istituzione. Nel glorioso club carioca Baptista inizia a calcare il campo come centrocampista ma la posizione non gli compete: è troppo potente, ha bisogno di più spazio e raggio d’azione. Ma soprattutto, segna tanti gol. Se ne accorgono molto presto a Siviglia, quando lo acquistano per fargli assaggiare l’Europa: è qui che il ragazzo si impone, mostrando tutto il suo talento cristallino. Il ruolo, piano piano, muta in quello di attaccante. Una svolta determinante nella sua carriera, perché Julio Baptista con gli spagnoli in due anni segnerà 47 gol in 79 partite totali. Dotato di un fisico imponente e di un'esplosività fuori dal comune, il centravanti carioca riesce ad abbinare una tecnica sopraffina a un killer instinct da vero bomber. Forte con entrambi i piedi, abile nel gioco aereo e in grado di ricoprire con una certa naturalezza tutti i ruoli del reparto avanzato, Julio Baptista è il classico calciatore che fa la fortuna degli allenatori. Il suo percorso sembra quello del predestinato: ecco che nel 2005 arriva la chiamata del Real Madrid dei Galacticos. Il 29 luglio Baptista firma un contratto quinquennale con le merengues: l’ingaggio è a peso d’oro, con il brasiliano che intasca 3,2 milioni all’anno. Ma le sue prestazioni non furono certamente all'altezza delle attese. Nella prima stagione a Madrid, segnò 8 reti in 32 incontri. Le gare giocate sono tante ma i gol sono pochi e la concorrenza era spietata. Così la società cerca di mandare in prestito il calciatore per fargli ritrovare la brillantezza perduta. Il 31 agosto 2006 passa all'Arsenal, nell'ambito di uno scambio con José Antonio Reyes. Esordisce in Premier League il 9 settembre, subentrando nella partita contro il Middlesbrough. Il primo gol in maglia Gunners arriva il 21 novembre, contro l'Amburgo. Poi il 9 gennaio, in occasione del quarto di finale di Coppa di lega inglese contro il Liverpool, realizza quattro reti, contribuendo alla vittoria dei londinesi per 6-3: diviene in tal modo il primo calciatore dei Gunners a segnare più di tre reti in un incontro di coppa, e l'unico capace di mettere a segno una quaterna all'Anfield. A fine campionato, però, l'Arsenal non esercita il diritto di riscatto per l'esosa cifra chiesta dai galattici e dunque il brasiliano fa ritorno al Real Madrid. Nella stagione successiva vincerà la Liga con i blancos, ma le sue prestazioni sono nuovamente in netto calo e più che mai altalenanti: i 4 gol messi a segno sono il chiaro segnale che l’avventura a Madrid è ormai giunta al capolinea. E infatti, il 14 agosto 2008, viene ceduto a titolo definitivo alla Roma per una cifra vicina ai 10 milioni di euro. Julio Baptista esordisce con i giallorossi il 24 agosto nella gara di Supercoppa italiana persa contro l'Inter, realizzando un rigore della sequenza finale. La settimana successiva fa il suo debutto in Serie A, scendendo in campo nell'incontro Roma-Napoli, terminato 1-1. Per la prima rete nel massimo campionato italiano bisogna aspettare il 13 settembre, in occasione del match contro il Palermo. La marcatura più bella, però, è quella che vale la vittoria nel primo derby della stagione: il suo colpo di testa, su assist di Totti, consegna alla Roma la stracittadina contro la Lazio ed impone di diritto Julio Baptista tra gli idoli dell’Olimpico. Ma presto, come successo in quel di Madrid, le prestazioni della "Bestia" cominciano ad essere sempre più discontinue: in due anni e mezzo con la maglia della Roma, Baptista colleziona un totale di 76 presenze e 16 reti. Numeri che portano i giallorossi a sbarazzarsi dell'attaccante carioca che, il 3 gennaio 2011, viene ceduto al Malaga per 2,5 milioni di euro. Tornato in Spagna, termina il campionato con una media gol altissima, frutto di 12 presenze e 10 reti, ma nella stagione seguente non riesce a ripetersi per via di una serie di infortuni, che lo costringono a rescindere il proprio contratto con gli spagnoli. Così, Baptista torna dove tutto era iniziato, ovvero in Brasile. Due stagioni di buon livello al Cruzeiro, con cui vincerà anche due campionati. Poi, una terza in picchiata, che precede un'altra rescissione di contratto. Per mesi il classe '81 ha cercato invano una nuova squadra, allenandosi anche per breve periodo con il Ponferradina, società spagnola di Segunda Division. Nel marzo 2016, però, arriva la chiamata dagli Stati Uniti, quella dell'Orlando City, con la quale totalizza 26 presenze e 6 reti. Trovatosi svincolato per l'ennesima volta, il carioca potrebbe presto far ritorno in Inghilterra: all'orizzonte c'è l'opportunità targata Bolton, club di Championship pronto a concedergli un'altra chance di rimettersi in gioco in Europa. La Bestia è vogliosa di uscire dal lungo letargo. Difficile, se non impossibile, che a quasi 36 anni decida di risvegliarsi come ai vecchi tempi. Ma nel calcio, così come nella vita, la speranza è l'ultima a morire: Julio Baptista lo sa bene ed è pronto a dimostrarlo a suon di gol. Foto: zimbio