ACCELERAZIONI E QUALITÀ: DALBERT, DALL’ORTOFRUTTA ALLA SCALA DEL CALCIO

Equiparabile a un parto, forse anche trigemellare, ma alla fine l’importante è vedere la luce. Finalmente è arrivato il giorno di Dalbert, in pectore il nuovo esterno sinistro dell’Inter. Una telenovela proiettata sugli schermi nerazzurri per circa due mesi, adesso siamo ai titoli di coda. Come correttamente preannunciato ieri pomeriggio dalla stampa brasiliana, segnatamente dai colleghi di UOL Esporte, in giornata l’esterno brasiliano in uscita dal Nizza arriverà in Italia per formalizzare il suo trasferimento tra le file della Beneamata. Luciano Spalletti, sin qui il colpo più importante dell’estate nerazzurra, dopo il successo sul Villarreal ha confermato tutto: il tecnico di Certaldo sta per accogliere il titolare designato sull’out di sinistra, consapevole che un po’ dovrà lavorarci su dal momento che, come quasi tutti gli esterni carioca, il nostro protagonista quotidiano per dna calcistico è maggiormente portato ad offendere. Più ala che terzino, volendo utilizzare terminologie un po’ retrò ma sempre tremendamente concrete. Don Luciano a livello tattico teme pochi confronti, non solo in Italia. La scorsa stagione, nella medesima zona di campo ma in quel di Roma, ha plasmato un diamante grezzo come Emerson Palmieri, indi per cui non dovrebbe avere grandi problemi ad istruire al meglio Dalbert sui movimenti difensivi, a costo di telecomandarlo inizialmente sia in allenamento che in partita. Negoziati travagliati quelli con il club della Costa Azzurra, che sta per piazzare una plusvalenza da urlo alla luce dei 20 milioni più bonus in arrivo da Milano, a fronte dei soli 2 milioni investiti la scorsa estate per prelevare il giocatore dal Vitoria Guimaraes, indossando la cui maglia si era messo in mostra nel 2015-16 agli ordini di Sergio Conceicao. Alla sua prima esperienza in un massimo campionato. Ebbene sì, perché Dalbert Henrique Chagas Estevão non è arrivato subito nel calcio che conta ed ha alle spalle una storia particolare, di quelle da raccontare ai nipotini.



Nato a Barra Mansa, Stato di Rio de Janeiro, l’8 settembre del 1993, fino a qualche anno fa il laterale sudamericano si divideva infatti tra studio, pallone e lavoro. Lavoro pesante e umile, in un negozio di frutta e verdura, a scaricare e trasportare la merce, sacchi di patate compresi. Una necessità dettata dalla condizione decisamente non abbiente della famiglia: Henrique doveva portare qualche soldino a casa e mantenersi, per continuare a coltivare la sua passione per il calcio. Lo ha fatto, consapevole delle sue qualità, ha tenuto duro e alla fine è stato premiato. Formatosi nel vivaio della squadra della sua città, dopo due veloci passaggi nei settori giovanili di Flamengo e Fluminense, alla prima occasione utile Dalbert si è imbarcato per l’Europa: storia del 2013, per rispondere alla chiamata dell’Academico Viseu oggi militante nella serie cadetta portoghese. Si era promesso all’Inter da settimane, per i nerazzurri ha detto no anche a Liverpool e Atletico Madrid. Il Nizza continuava a chiedere i 30 milioni della clausola rescissoria, finché il 14 luglio non ha dovuto arrendersi all’evidenza dei fatti. “Sono stato molto felice qui e sarò eternamente grato al Nizza ed ai tifosi che mi hanno dato la possibilità di emergere. Ma io conto sulla comprensione della dirigenza, il mio desiderio è quello di seguire nuove sfide e anche lottare per una possibilità in Nazionale. L’Inter mi ha fatto una proposta irresistibile”, queste le parole di Henrique in un’intervista-comunicato affidato a fairplayassessoria.com che ben presto fece il giro del web. Da quel momento la strada verso la sponda nerazzurra dei Navigli si è fatta ancora più in discesa e alla fine le parti hanno trovato la piena quadratura. Mancino naturale, fisico agile e scattante (181 cm per 70 kg), il nostro personaggio del giorno ha un’ottima tecnica di base, po’ disimpegnarsi non solo nella difesa a quattro ma anche come esterno di un centrocampo a cinque, ben potendo coprire tutta la fascia grazie alle doti atletiche che lo contraddistinguono, a partire dalla grande velocità valsagli il nomignolo di Speed. Punta l’uomo e cerca il fondo per crossare, ma non chiedetegli i gol: le uniche 2 reti (in 121 gare da professionista) le ha realizzate ai tempi del Viseu, 8 invece gli assist all’attivo (4 dei quali nelle 40 presenze totalizzate l’annata scorsa con il Nizza. Dalbert crede tanto nelle sue potenzialità, non a caso ha fatto riferimento alla sua voglia di Seleção nell’anno del Mondiale, ci sarà tempo per convincere Tite. Intanto Dalbert andrà a sottoscrivere il primo contratto davvero importante della sua vita: l’Inter lo aspetta a braccia aperte per il primo bagno in salsa nerazzurra.

Foto: onzemondial.com-Twitter Dalbert