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Calcio e licenziamenti: da Ali Karimi a Grosskreutz e Ben Hatira

03.11.2017 | 22:50

Il Marsiglia ha licenziato con effetto immediato Patrice Evra, di fatto per giusta causa. Un provvedimento forte, quello del club transalpino, che ha punito severamente l’esperto esterno sinistro dopo il calcio rifilato al tifoso a bordocampo. Vedremo quale sarà la posizione del giocatore, che potrà comunque cercare di far valere le sue ragioni. Una decisione che forse va letta anche con la prossima scadenza contrattuale di Evra (30 giugno 2018) e con l’inchiesta Uefa che potrebbe costargli proprio 7-8 mesi di squalifica. Scavando a ritroso nel tempo si trovano diversi casi di provvedimenti assunti unilateralmente dalle società, a prescindere da quella che poi fu la veste formale dell’interruzione del rapporto, fatta passare a volte per consensuale. Ecco alcuni dei precedenti più significativi.

Nel 2010 la squadra di calcio iraniana Steel Azin licenziò la stella Alì Karimi, che vantava trascorsi anche nel Bayern Monaco, per essersi permesso di non rispettare il Ramadan.

Luca Brunetti sempre nel 2010 venne congedato dalla Salernitana, all’epoca militante in Prima Divisione (l’odierna Serie C) per avere annunciato su Facebook la vittoria di una scommessa sportiva avente ad oggetto partite di calcio, naturalmente vietata ai giocatori.

L’8 gennaio del 2015 Fabio Concas risultò positivo all’antidoping, dodici giorni dopo il Carpi annunciò – congiuntamente al diretto interessato – la fine del rapporto con il centrocampista, frattanto tornato in organico con un nuovo contratto dopo aver scontato la squalifica.

Nel settembre 2016 Joey Barton, il bad boy per eccellenza del calcio inglese (successivamente ritiratosi dopo aver ammesso di avere scommesso costantemente anche sul calcio), fu allontanato dai Rangers Glasgow dopo un violento alterco con l’allenatore dei tempi Warburton.

Nel gennaio del 2017 il Darmstadt, militante ai tempi in Bundesliga, cacciò il centrocampista Anis Ben-Hatira per essere affiliato ad un movimento estremista islamico, con l’accusa di finanziare attività non certo lecite. Oggi il ventinovenne specialista gioca in Turchia, tra le file del Gaziantespor.

Lo scorso 3 marzo era toccato a Kevin Grosskreutz, ex nazionale tedesco – campione del mondo nel 2014 – cacciato dallo Stoccarda per aver partecipato ad una rissa all’esito della quale peraltro aveva avuto la peggio, il tutto dopo aver portato tre ragazzi dell’Under 17 ad una festa molto discutibile.

Ad aprile fu la volta di Wayne Shaw, il 45enne portiere oversize licenziato dal Sutton dopo essersi messo a mangiare un panino in panchina, in occasione del patinatissimo match contro l’Arsenal di FA Cup. C’erano state scommesse sul bizzarro avvenimento (in Inghilterra i tabloid quotano di tutto), inevitabile il provvedimento da parte del club inglese.

Mentre il 24 maggio di quest’anno l’Eintracht Francoforte aveva dato il benservito a Varela, annunciandone l’immediato ritorno allo United dal prestito, perché l’uruguaiano aveva deciso di farsi un tatuaggio contro il volere del proprio allenatore e dallo staff medico. “Il tempo all’Eintracht per Guillermo è finito con questo atto. Il club non può tollerare che un giocatore ignori le istruzioni dell’allenatore e dei dottori”, così si espresse il ds Fredi Bobic.

Foto: alchetron-zimbio