DALLA COSTA AZZURRA AL SECONDO POSTO IN LIGUE 1: ERIC ROY, LA FAVOLA BREST
Il Brest è ormai candidato a grande sorpresa della Ligue 1. E adesso è secondo in classifica grazie al successo sulla squadra allenata da Gattuso. Un risultato che potrebbe costare molto caro al tecnico italiano che - secondo quanto riportato dalla Francia - potrebbe salutare la panchina dell'OM. Ma torniamo al Brest. 22 partite giocate, 40 punti con 31 gol fatti e 18 subiti. Un grande risultato che porta a grandi tratti la firma di Eric
Roy. Eric nasce, cresce nel vivaio, debutta in prima squadra e chiude la sua carriera da giocatore al Nizza. In mezzo ci sono diverse avventure lungo il Vecchio Continente, trovandosi a vagare fra Tolone, Lione, Marsiglia, Sunderland, Troyes e Rayo Vallecano. "
L’unico mio rimpianto - dirà qualche anno più tardi -
è non aver mai vestito la maglia della Francia". Quando decide di chiudere con il calcio giocato, il suo legame con il club della Costa Azzurra è troppo forte per essere reciso. Nel settembre del 2005 diventa direttore del marketing del Nizza. Poi assume il ruolo di direttore dello sviluppo e delle pubbliche relazioni. Dopo ancora diviene direttore sportivo. E nel marzo del 2010 succede qualcosa di imprevisto: il club rischia di retrocedere e ha bisogno di un allenatore. Così i vertici pensano a lui. È una scelta difficile. Roy ci riflette sopra, è scettico, ma alla fine accetta. Sarà allenatore e direttore sportivo allo stesso tempo. La scelta paga. Il Nizza chiude al diciassettesimo posto ed è salvo. E arriva anche in semifinale della coppa nazionale. L’anno successivo, però, il miracolo non si ripete. A novembre del 2011 viene esonerato. Così decide di partire per un viaggio in Argentina. Quando torna il club lo licenzia in tronco. Nessun dirigente aveva avallato quella vacanza. È qui che la storia diventa un lungo susseguirsi di equivoci. Il Nizza gli fa presente che lui è ancora formalmente il direttore sportivo del club. Lui risponde che l’assunzione di Claude Puel come allenatore con "ampi poteri" lasciava presupporre il suo allontanamento anche dal ruolo di ds. È una situazione grottesca. A risolvere la questione è il tribunale: licenziamento è ingiusto. Roy deve essere risarcito con 689 mila euro. Da lì inizia una vita tutta nuova. Eric diventa direttore sportivo del
Lens, poi si trasferisce al
Watford. Non è più un allenatore. Ora è un dirigente. Almeno fino allo scorso anno. Il Brest se la passa male. È diciassettesimo, con appena due punti in più dell’Ajaccio, terzultimo. È un film già visto. Qualcuno però si ricorda di Eric. E lui risponde nuovamente presente. Il suo lavoro è straordinario. Il suo calcio ispirato ai dettami di Tigana (che lo ha allenato ai tempi del Lione). Il Brest chiude quattordicesimo. Roy è confermato. L’obiettivo resta lo stesso: salvarsi. Possibilmente evitando un anno di paure strazianti. In estate il Brest ha speso 3 milioni per Mahdi Camara e 500mila euro per Locko. Il resto sono prestiti, come Satriano, arrivato dall’Inter. In queste settimane l’allenatore ha insistito molto sul concetto di "qualità intangibili".L'avvio, però, è straordinario. Il Brest batte il Lens, il Le Havre, il Reims, il Lione. In mezzo pareggia con il Marsiglia e pareggia con il Rennes. Dopo sei giornate è addirittura primo in classifica. Poi i pareggi con Nizza e Tolosa e la sconfitta contro il Lille lo hanno fatto scendere di nuovo. "
Il nostro risultato è inaspettato, ma non inspiegabile" dice Roy. La rosa del Paris Saint-Germain vale più di un miliardo di euro. Quella dei bretoni non arriva neanche a 80 milioni. Lo stadio locale, il Francis Le Blé, conta circa 15mila seggiolini. Non tutte le tribune sono coperte. I parcheggi riservati vengono ricavati la domenica nel cortile di una scuola poco distante. Con la vittoria sull'OM il Brest si è preso il secondo posto del campionato francese, l'obiettivo ora è difendere un piazzamento che vorrebbe dire Champions League. Ma comunque vada quella del Brest resterà una bella favola. Foto: Instagram Brest