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DALLA GAVETTA ALLA CONSACRAZIONE CON IL PESCARA: MANCUSO, IL GOL NEL DNA

31.12.2018 | 11:15

mancuso

Leonardo Mancuso non si ferma più. L’attaccante del Pescara ha ribaltato la Salernitana, rimontata dal 2-1 al 2-4, con una magnifica tripletta. 12° sigillo personale in campionato e Delfino che si riprende il secondo posto in classifica. E’ tornato l’estate scorsa, a Pescara. Era già lì nei paraggi, in quella San Benedetto del Tronto dove si vive calcio, dove anni fa squadra come Juve e Bayern si affrontavano in amichevoli estive prestigiose. Ha portato in dote 26 gol e 9 assist in 42 partite con la Samb: poi la chiamata di Zeman, la chiamata della Serie B dopo anni e anni di gavetta tra D e Serie C, alla quale non si può dire di no. Leonardo Mancuso, probabilmente, si aspettava una prima stagione in cadetteria diversa in termini di prestazioni, numeri e risultati: 9 gol e 3 assist, ma con un’infortunio grave dopo il debutto contro il Foggia che ne ha influenzato il rendimento. Poi, però, il finale della passata stagione chiuso in crescendo, un’estate passata a lavorare senza interferenze fisiche o altro. E bomber Mancuso è esploso definitivamente: già 12 reti nelle prime 19 giornate del nuovo campionato di B, le ultime (3) messe a segno ieri nella rimonta da urlo contro la Salernitana.

Leonardo Mancuso nasce a Milano, il 26 maggio del 1992, e cresce nel settore giovanile del Milan. Nell’estate del 2011 il club rossonero lo cede al Pizzighettone, buona stagione tra i dilettanti conclusa con 11 reti all’attivo, al di là dalla partecipazione al Torneo di Viareggio dopo essere stato selezionato per la rappresentativa Serie D. Qualche mese dopo arriva la chiamata della Carrarese in C1: altri 11 gol, nell’arco di due stagioni, per poi misurarsi in Serie B con la maglia del Cittadella: 2 segnature in 14 apparizioni, prima di tornare in Lega Pro – nel gennaio del 2015 – per accettare l’offerta del Catanzaro, indossando la cui maglia timbra il cartellino altre 5 volte in diciotto mesi. Poi la chiamata della Samb: nell’estate 2016 quando l’ex ds Federico lo aveva regalato a Palladini, anche lui fresco di addio, in pochi avrebbero immaginato che regalo migliore, per il ritorno tra i professionisti dopo 7 anni, non avrebbe potuto esserci. Già, perché l’esplosione di Mancuso non era minimamente preventivabile: basti pensare che nelle precedenti cinque stagioni Leonardo aveva segnato complessivamente 16 gol, mentre al primo anno con la maglia Samb ne aveva messi a segno ben 26, riscoprendosi bomber pur senza avere – per ruolo – l’obbligo di fare la differenza negli ultimi sedici metri. Numeri e spunti di categoria superiore, sfoggiati costantemente all’esito di un processo che ha portato lo specialista lombardo ad acquisire, finalmente, consapevolezza dei suoi mezzi. Nel gennaio di un anno fa la Juve lo acquista dal Pescara, lasciandolo però in prestito in Abruzzo. Mai scelta fu più saggia considerato il rendimento da urlo nell’anno solare di Mancuso. Il resto è storia recente. Riportato al centro dell’attacco, dopo essere stato convertito a esterno, nel 4-3-3 del Pescara, Leonardo ha mostrato di non aver perso il feeling con il ruolo, di vedere e sentire la porta e fare quel movimento utile agli inserimenti degli esterni e dei centrocampisti. Un centravanti moderno che si sposa meglio al gioco di Pillon, come certificano i numeri. Il 30 giugno 2019 scadrà il prestito ai biancazzurri, poi il futuro di Leonardo Mancuso sarà tutto da scrivere.

Foto: sito ufficiale Pescara