DALLA K2 AL VIDEO SCANDALO CON L’HERTHA: LA PARABOLA DI SALOMON KALOU
08.05.2020 | 12:25
Salomon Kalou è conosciuto, soprattutto, per la sua esperienza al Chelsea durante il primo decennio degli anni Duemila, dove sembrava poter formare una coppia devastante con il connazionale Didier Drogba. Tuttavia, l’ivoriano ha lasciato i Blues nel 2011 e, da lì in poi, è cominciata la sua parabola discendente – lenta e inesorabile – che lo ha portato alla ormai famosa diretta Instagram in cui ha violato tutti i protocolli anti-Coronavirus.
Arrivato in Europa a soli 17 anni, si mette in luce fra le file del Feyenoord, dove forma la cosiddetta K2 insieme all’olandese Dirk Kuyt. A quel punto, il CT olandese Marco Van Basten prova a convincerlo a scegliere la Nazionale Oranje ma, nonostante l’appoggio di Johann Cruijff, il processo di naturalizzazione viene bloccata all’ultimo dal Governo. La vicenda ha grossa rilevanza mediatica in Olanda, divenendo addirittura protagonista dello spot di una nota birra locale. Così, deluso e ricercato da diversi top club, dopo 3 stagioni, nel 2006, Kalou lascia anche l’Olanda, per trasferirsi al Chelsea. A Londra, incontra il connazionale Drogba, ma è con il nigeriano Obi Mikel a stringere una forte amicizia, che porta lo spogliatoio a definirli “marito e moglie”. Approdato con il soprannome di Kalunho per via del suo talento, gioca con i Blues per sei stagioni, vincendo praticamente tutto – anche se spesso da comprimario – ma non riuscendo mai a trovare la continuità realizzativa che lo aveva contraddistinto nei Paesi Bassi, anche a causa di un suo nuovo posizionamento sulla fascia destra.
Nel 2012 lascia i Blues da Campione d’Europa per provare a rilanciarsi in Francia, con la maglia del Lille. Tuttavia, una squadra non all’altezza delle sue aspettative e l’inizio del monopolio del PSG che nei suoi primi anni affonda letteralmente la competitività del campionato, lo portano al massimo ad aspirare ad un terzo posto. In due stagioni, Kalou riesce a riportare il Lille in Champions League, segnando anche rispettivamente 14 e 16 reti che, forse, vengono sminuite da molti per la scarsa competitività del calcio francese. Così, a 29 anni, decide di ripartire dall’Hertha Belrino nel 2014. Dopo una buona prima stagione, perde pian piano la sua vena realizzativa, fino ad arrivare a collezionare solamente 7 presenze e 2 reti nella stagione attuale. Una parabola discendente che, forse, è iniziata con il suo approdo al Chelsea che, seppur lo ha aiutato a vincere tutto, non lo ha mai messo in condizione di rendere al meglio, facendogli perdere continuità e determinazione. Parabola discendente che è culminata con la clamorosa gaffe di pochi giorni fa, che ha portato l’Hertha a sospenderlo e, quasi sicuramente, scaricarlo nella prossima finestra di mercato.
Foto: Time of Malta