Ultimo aggiornamento: venerdi' 15 november 2024 10:18

DALLA TEMPESTA ALLA PRIMA TRIPLETTA DA PROFESSIONISTA: SIMONE ZAZA, SLIDING DOORS A VALENCIA

20.09.2017 | 09:25

Grandi campioni e triplette, se ne è parlato tanto negli ultimi giorni: Paulo Dybala, grazie a quella con il Sassuolo, è arrivato a 3; l’alieno Lionel Messi qualche ora fa ha festeggiato invece il suo 39° hat-trick con la maglia del Barcellona (più altri 4 con l’Argentina) all’interno del poker personale servito all’Eibar; Simone Zaza, invece, ieri ha assaporato per la prima volta – a 26 anni suonati – la gioia di segnare da professionista tre reti nella stessa partita. Proprio la partita che avrebbe potuto non giocare, dopo il caso dei giorni scorsi alimentato anche da una pesante uscita social della fidanzata. Invece Marcelino, tecnico dal carattere non certo semplice, dopo averlo tenuto in panchina nel derby esterno nella tana del Levante, lo ha rilanciato dal 1’ al Mestalla contro il Malaga, nell’anticipo della quinta giornata della Liga. E l’attaccante lucano ha trovato il modo migliore per ribaltare il tavolo dopo la tempesta: un triplete, per dirla alla spagnola, in soli 8 minuti, a cavallo tra il 55’ ed il 63’. Chissà, se non fosse sceso in campo magari la sua storia a Valencia sarebbe cambiata definitivamente, roba da Sliding Doors. E invece, prima una precisa spaccata sul secondo palo su assist dalla destra di Carlos Soler, poi uno splendido tuffo a volo d’angelo per incornare il pallone recapitatogli – quasi dalla stessa zolla – sempre dal gioiellino cresciuto nella cantera (un’ala classe 1997 da tenere assolutamente d’occhio), infine un rasoterra di giustezza sull’uscita del malcapitato Roberto Jimenez. Prima di lui nella Liga ci erano riusciti altri tre italiani: Vieri, Riganò e Pepito Rossi. Di Santi Mina e Rodrigo le altre reti per la definitiva manita esibita alla compagine della Costa del Sol, un 5-0 che ha consentito all’imbattuto Valencia di insediarsi momentaneamente al terzo posto a quota 9 punti. Dopo il fischio finale, intervistato a caldo quale MVP dell’incontro, Zaza si è così espresso: “Sono molto contento, è stato un periodo negativo per me ma non ero a caccia di rivincite personali. È normale che un giocatore si arrabbi quando non gioca, so che devo migliorare questo aspetto del mio carattere, ma non ho nulla contro i tifosi, che anzi non mi hanno mai fatto mancare il loro sostegno, né tantomeno contro l’allenatore o i mei compagni. Sto bene qui e voglio continuare questa avventura, in questi giorni sono uscite fuori tante cose, per la maggior parte si è trattato di bugie. Le polemiche le lascio agli altri, io voglio star tranquillo, voglio giocare ma so che per farlo devo allenarmi duramente perché ho due compagni di reparto, e due amici come Rodrigo e Santi Mina, con i quali giocarmi il posto”.

Quattro i gol in campionato per Simone, in cinque presenze, mentre nella seconda parte della scorsa stagione le reti erano state sei, in venti apparizioni. In totale il prestante centravanti (186 cm per 83 kg) è arrivato a quota 10 con la camiseta dei Murcielagos, che da contratto dovrebbe indossare fino al 30 giugno del 2021, alla luce del riscatto dell’intero cartellino dalla Juventus, storia del 10 aprile scorso. Il club bianconero ha già incassato 18 milioni dalla società di Peter Lim, altri 2 possono maturare a titolo di bonus, mentre il West Ham si era impegnato a versarne 5 nelle casse della Signora, il 28 agosto del 2016, prima dell’interruzione anticipata del prestito. In Premier League Zaza non aveva avuto il tempo di ambientarsi con serenità, anche perché gli Hammers in quel periodo faticavano tantissimo, in Spagna invece le cose hanno iniziato quasi da subito a girare per il verso giusto. Ad ogni modo, l’Italia attualmente è soltanto un ricordo per il nostro protagonista quotidiano. Dell’esperienza alla Juve (8 reti in 24 presenze, moltissime da subentrato per 958 minuti complessivi) è rimasto soprattutto il gol scudetto, siglato nello scontro diretto contro il Napoli del 13 febbraio 2016: quella sera Madama sorpassò gli azzurri di Sarri in vetta alla classifica, dopo una rimonta straordinaria, e non mollò la presa fino al quinto titolo consecutivo. Nel ricordare come sia stato il Sassuolo (che ricavò oltre 7 milioni nel saldo tra comproprietà e cessione a titolo definitivo alla Juve), il club a valorizzare in Serie A il talento nato a Policoro il 25 giugno del 1991, prestazioni di sostanza in serie al di là dello score di 21 reti nelle 69 gare ufficiali disputate in neroverde, andiamo a ritroso per riassumere in breve le tappe iniziali della carriera di Zaza, che aveva dovuto girovagare un bel po’ prima di consacrarsi ai massimi livelli. Sintetizzando al tempo presente, il mancino della Basilicata muove i primi passi nella scuola calcio Stella Azzurra Bernarda, ma all’età di 11 anni entra in orbita Atalanta, che decide di mandarlo a maturare in una società pisana gemellata, il Valdera, per poi farlo rientrare a Zingonia nel 2006 per fargli ultimare la trafila nel settore giovanile. L’1 marzo del 2009 Gigi Delneri gli regala la gioia del debutto nel massimo campionato, concedendogli uno spezzone al posto di Ferreira Pinto nel finale di Atalanta-Chievo. Con la casacca della Dea raggranella altre due presenze, prima di accasarsi nel 2010 a parametro zero alla Samp, che dopo una stagione in Primavera lo gira in prestito prima alla Juve Stabia (4 presenze, zero gol) e poi al Viareggio in Lega Pro – Prima Divisione (11 reti in 18 partite). Poi un’altra parentesi a titolo temporaneo, fondamentale però: 18 reti ad Ascoli in B nell’annata 2012-13, l’ultima in campionati inferiori che gli vale però la chiamata della Juve, che cede in cambio alla Samp la metà di Gabbiadini e contestualmente manda Simone in comproprietà al Sassuolo. Del resto vi abbiamo già parlato. Per completare il quadro, uno sprazzo d’azzurro: la militanza di Zaza in Nazionale si è sostanzialmente interrotta il 2 luglio del 2016, quel grottesco rigore calciato contro la Germania nei quarti dell’Europeo fece il giro del globo unitamente a quello di Pellé. L’erede del suo mentore Antonio Conte, ossia il nuovo ct Giampiero Ventura, all’inizio della sua gestione (novembre 2016) gli aveva concesso due mini spezzoni da 10 minuti più recupero (16 presenze e 1 gol lo score di Simone con l’Italia), ma poi non lo ha più convocato. Rientrare nel giro sarà durissima, ma in cuor suo il nostro personaggio del giorno la speranza di riannodare quel filo la coltiverà sempre, c’è da starne certi. Chissà, mantenendo questi ritmi a Valencia

https://twitter.com/valenciacf/status/910244705992167425

Foto: Marca