DALLE DELUSIONI IN B ALLE SFIDE CON GUARDIOLA: LA RINASCITA DI BRUNO PETKOVIC

Che poi, spesso, sono i contesti a fare la differenza. Tante, forse troppe volte, il mondo del calcio si fa forte di certezze apparentemente granitiche, ma sorprendentemente falliche. Giocatori che arrivano, giocatori che vanno, giocatori che deludono. Se ne sono sentiti, se ne sentono e se ne sentiranno tantissimi. Accade, poi, che uno dei tanti che è arrivato, ha deluso ed è andato via, esploda da un altra parte. Vuoi per il miglior inserimento in un diverso - appunto - contesto, vuoi per l'essere più o meno vicino casa, vuoi per una migliore intesa con l'allenatore trovato. Prendete, ad esempio, Bruno Petkovic.  Cresce in Croazia, dove nasce il 16 settembre di 25 anni fa. Inizia a giocare al calcio nel paese natio, transitando nei vari settori giovanili di Zagabria, a partire da quello della Dinamo, che però lascia quasi subito. Poi, ad un certo punto, la chiamata dalla vicina Italia: lo prende il Catania di Lo Monaco che sembra voler puntarci, salvo poi fargli iniziare un'infinita girandola di prestiti. Varese, Reggio Emilia e Chiavari sono le tappe, Trapani la destinazione finale, che lo riscatta dopo 4 prestiti e fa scorrere i titoli di coda sulla sua esperienza sotto l'Etna. In granata fa benissimo, portando i siciliani ad un passo dalla prima, storica, promozione in Serie A, che però sfuma ai play-off, La chiamata dalla massima serie, comunque, per lui arriva lo stesso: è il Bologna a prelevarlo dal Trapani, sei mesi dopo il ko all'ultimo atto della post-season contro il Pescara. Nè in Emilia, però, nè nella successiva esperienza in Veneto le cose vanno come sperato. Ed allora, presto detto, ciao Italia: si torna in patria, si torna alla Dinamo dove tutto era cominciato. E dove tutto sembra ricominciare: 12 gol e 10 assist nelle 39 partite della scorsa stagione, che diventano rispettivamente 8 e 4 nelle prime 18 di quest'anno. Per un futuro improvvisamente di nuovo roseo, nel segno della rinascita e della sconfitta dei rimpianti. Foto: sito Dinamo Zagabria