Parafrasando la canzone di Sting ("Englishman in New York", ndr), scritta dal cantautore britannico proprio al momento del suo trasferimento nella Grande Mela, proviamo ad inquadrare il momento di David Villa: bomber spagnolo che lascia l'Europa per sbarcare proprio a New York. Un cambio netto e deciso alla sua lunga e pluridecorata carriera. Basti pensare che il giocatore ha giocato sempre e solo per squadre iberiche. Ora, invece, l'avventura Oltreoceano. All'insegna del gol, come sempre, per stupire ancora anche quando l'esperienza professionistica sembra stia volgendo al termine.
David Villa, 32 anni, ha passato tutta la carriera in Spagna, difendendo gli scudi di Sporting Gijón – lui che è asturiano di nascita, proveniente da un paesino di minatori ed è chiamato “Guaje” (“bambino” o “aiutante minatore” nel dialetto locale) proprio per le sue origini –, del Real Zaragoza, del Valencia, del Barcellona e nell’ultima stagione dell’Atlético Madrid. I “Colchoneros” lo avevano acquistato dai blaugrana la scorsa estate pagando 2,2 milioni di Euro, con la possibilità di arrivare a 4,2 o a 5,2 in caso di rinnovo fino al 2015 o fino al 2016, rinnovo che a questo punto non arriverà più ma poco importa.
Autore di 223 gol in Liga, vinta tre volte nelle ultime quattro annate (2011 e 2013 con il Barcellona, 2014 con l’Atlético Madrid), è il miglior goleador della storia della nazionale spagnola con 56 reti (dietro di lui a 44 Raúl e a 37 Fernando Torres), bottino che potrebbe incrementare nella prossima Coppa del Mondo. È stato, Villa, uno dei punti fissi di questa Spagna vincente, partecipando con prestazioni decisive all’Euro 2008 (di cui fu capocannoniere con 4 gol) ed al Mondiale 2010 (capocannoniere anche allora, con 5 gol alla pari con Müller, Sneijder e Forlán), ma dovendo saltare Polonia & Ucraina 2012 per infortunio. Nel suo palmares, anche tre Coppe di Spagna (una col Zaragoza, una col Valencia ed una col Barça), tre Supercoppe di Spagna (una col Zaragoza e due col Barça), una Champions League, una Supercoppa Europea ed un Mondiale per Club.
Poi, il congedo, che inquadriamo con le sue stesse parole: “E’ stata un’esperienza molto positiva questa stagione all’Atlético Madrid, non solo a livello sportivo. Nello spogliatoio si era creato un gruppo molto unito che mi ha reso felice. Ricorderò quest’anno per tutta la vita, ha superato ogni mia aspettativa. Sono fiero di aver aiutato la squadra a conseguire la vittoria in Liga, mi dispiace solo per il blackout di un minuto e mezzo che ci è costato la Champions". E come non essere d'accordo col "Guaje", che però, ora, ha l'ultima grande occasione per lasciare tutti di stucco: il Brasile, dove le Furie Rosse sono lo spauracchio principale per la voglia di vincere dei padroni di casa, con Villa pronto a far da guastafeste. Ancora una volta.