DAVIDE DI GENNARO, MANCINO CHIRURGICO E LAMPI DI GENIO PER LA GIOIA DI RASTELLI
11.11.2016 | 09:30
Tra le tante sorprese di questo avvio di stagione, nonostante l’altalenante rendimento del suo Cagliari, c’è Davide Di Gennaro. Un talento che probabilmente si afferma con netto ritardo in Serie A, ma il calcio è anche questo. Non sempre le qualità vengono comprese, a volte bisogna fare le scelte giuste e sopratutto essere fortunati. Nonostante i proclami e i paragoni (forse troppo pesanti) iniziali, il classe 1988 nativo di Milano resta nell’ombra. Le occasioni che si presentano non vengono sfruttate a dovere, i motivi sono molteplici. Ma adesso Di Gennaro si gode il momento. Infatti, dopo una lunga gavetta fatta di sacrifici e sudore, il duttile e fantasioso centrocampista è uno dei perni fondamentali della formazione sarda. I suoi inizi risalgono al 1993-94 con la Peschiera Borromeo, subito dopo la lunga trafila nel settore giovanile del Milan che, dal 1997 al 2007, plasma il suo talento regalandogli, il 19 maggio dello stesso anno, la gioia del debutto in massima serie, a San Siro, nella sfida contro l’Udinese subentrando ad Alessandro Costacurta. Il suo mancino è preciso, elegante chirurgico. Ancelotti se ne accorge, ma preferisce far maturare altrove il potenziale del ragazzo. Così inizia il suo viaggio in lungo e largo per l’Italia: Bologna, Genoa, Reggina, Livorno, Padova, Modena e a quel punto avviene la separazione, ormai inevitabile, con il club che mai aveva deciso di puntare fino in fondo su di lui. A puntare veramente su Di Gennaro è lo Spezia che, nell’estate del 2012, lo acquista a titolo definitivo. Con i liguri l’esordio avviene il 18 agosto in Coppa Italia proprio contro il Cagliari, in quella gara Di Gennaro segna anche il gol del pareggio su rigore. In campionato, invece, saranno quattro le reti siglate sempre dagli undici metri rispettivamente contro Hellas Verona, Brescia, Livorno e Ternana.
L’ottimo rendimento attira le attenzioni del Palermo che, appena retrocesso in cadetteria, lo preleva sottoscrivendo un contratto triennale. In Sicilia vste la maglia numero 10, lasciata libera dall’ormai ex capitano dei record Fabrizio Miccoli che nel frattempo si è accasato nel suo Lecce. Il debutto in rosanero arriva nel secondo turno di Coppa Italia contro la Cremonese. Il 3 maggio 2014, dopo un torneo avvincente e a ritmi elevati, conquista la vittoria del campionato ottenendo l’immediata promozione in Serie A, con ben cinque giornate d’anticipo. Nonostante il raggiungimento dell’obiettivo, però, il sodalizio di Zamparini non lo riconferma e lo cede in prestito a Vicenza dove, finalmente, Di Gennaro mette in luce tutte le sue immense abilità: in biancorosso diventa uno dei principali leader, è il vero trascinatore del gruppo e in 38 apparizioni firma 4 gol, tutti di pregevole fattura e molto spesso su punizione (vero e proprio marchio di fabbrica). L’anno seguente, il Cagliari neo retrocesso in Serie B, lo acquista dal Palermo e lì inizia una favola che porterà i rossoblu sul tetto della serie cadetta. Ormai Di Gennaro (il cui contratto scadrà il prossimo giugno) è una garanzia assoluta, Rastelli se lo tiene stretto anche nella stagione successiva in A. Il tecnico dei sardi lo definisce semplicemente geniale. E non ha tutti i torti. Il 28enne ripaga sempre in campo la fiducia e, da vecchio milanista, si rende autentico protagonista nell’impresa che vede il Cagliari trionfare sull’Inter a San Siro. Di Gennaro, un talento che col tempo è venuto fuori e che si è fatto largo con abnegazione e impegno. Il suo mancino è rimasto sempre lo stesso, letale e chirurgico. Per la gioia del Cagliari e dei suoi tifosi.
Foto: zimbio