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De Laurentiis andata e ritorno, tra “paladini” e “nemici storici”

08.03.2017 | 23:55

De Laurentiis

Se fossimo coinvolti, e non lo siamo, non sapremmo se essere più offesi per la definizione “paladino”, oppure per “quel giornale ci odia”. Forse è più pesante “paladino”: la libertà di informazione prevede che non esistano paladini, piuttosto schiena dritta e critiche costruttive. Nel caso del Napoli spesso c’è stata una copertura, parliamo in generale, che di sicuro non può essere accettabile. De Laurentiis ha fatto cose buonissime e cose meno buone: se gli hanno rivolto soltanto elogi e mai una critica, in ogni caso è stato un errore. Tra l’andata (al Bernabeu) e il ritorno (al San Paolo) il numero uno del club ha fatto piazza pulita: ha offeso anche Sarri, eppure dice di no, poi ha “aperto il fuoco” in modo discutibile soprattutto come forma, elencando i suoi nemici storici nel mondo dell’informazione. La violenza va sempre bandita e combattuta, ma parlare qualche giorno dopo un grave atto intimidatorio subito da un giornalista della “Gazzetta” è apparso inopportuno. Pur avendo noi avuto giudizi e opinioni assolutamente agli antipodi rispetto a quel collega. Detto questo, aggiungiamo alcune cose: a) crediamo poco alla solidarietà tra colleghi, in ogni caso non ci crediamo al 100 per cento, perché molto spesso sono belle parole di circostanza. La solidarietà è fatta di atteggiamenti credibili e coerenti, che possibilmente non cambino con l’esercizio molto usuale del “parlare alle spalle”; b) la violenza va bandita, è violenza anche quella che traspare da qualche titolo poi giustificato in modo opinabile; c) spesso i contenuti critici o meno critici sono condizionati dal rapporto di amicizia o meno con quell’allenatore, abbiamo letto di attacchi a Sarri quando (per cose molto più gravi) sono stati risparmiati suoi colleghi, Mancini in testa. Potremmo continuare all’infinito, è una questione di credibilità. Ammiriamo i colleghi che riescono ad essere “tutti d’un pezzo” quando il lunedì sono a Napoli, ma anche quando il martedì sono a Roma, il mercoledì a Torino e il giovedì a Genova. Invece, non è sempre così. Una linea deve essere una e basta, indipendentemente dalla città dove ti trovi. La critica deve essere critica sempre, obbligatoriamente costruttiva, ma senza figli e figliastri. Liberi sempre, è una necessità. Paladini mai: se ce lo dicessero chiederemmo spiegazioni vere, chiare, concrete. E forse qualcosa in più di una semplice spiegazione…

Foto: Twitter ufficiale Napoli