De Ligt: “Le critiche aiutano a migliorare. Il mio idolo? Eriksen. Spero possa tornare a giocare”
01.10.2021 | 21:51
Matthijs De Ligt, difensore olandese della Juventus, ha rilasciato una lunga intervista a DAZN, dove ha parlato di tanti temi, del rapporto con Allegri, della partenza non facile, e di tanto altro.
Queste le sue parole: “Allegri è un allenatore con grande esperienza che sa di calcio, che ha vinto tanto con Juventus e Milan. Sono contento che lui sia il mio allenatore adesso, questo è molto importante per migliorare. Tatticamente mi aiuta tantissimo, lui ha quest’idea di giocare per tutti i novanta minuti con la giusta mentalità, per vincere la partita. Non è importante se giochiamo un calcio bello o brutto, l’unica cosa che conta è vincere”.
Sui compagni di reparto: “Ho parlato tantissimo con Bonucci e Chiellini, loro sono un riferimento molto grande per le vittorie che hanno ottenuto con la Juventus e l’Italia. Io ho tanta forza fisica e ho un buon feeling con la palla, ma mi hanno consigliato di stare concentrato e tranquillo per tutta la partita: questo lo sente anche la squadra, con la tranquillità tutte le squadre giocano meglio”.
Sulle critiche: “Secondo me nel calcio la critica è normale, io sono colui che critica di più la mia persona. E’ importante avere questa idea su cosa bisogna fare per migliorare, poi è normale che ognuno preferisca ricevere dei complimenti. La critica però è normale, tutti dobbiamo imparare e a volte può essere anche costruttiva”.
“Se non avessi fatto il calciatore sarei diventato un pallavolista “Tutti sottolineavano, soprattutto il primo anno, i miei interventi con la mano. A dire la verità non lo so, ho sempre pensato di fare il calciatore, ho fatto tutto per diventarlo e sono contento di com’è andata. I miei genitori tennisti? Sì, ho giocato a tennis per sei-sette anni: mi piaceva ma non come il calcio, il mio amore. Mi è sempre piaciuto giocare con gli amici. Il tennis è uno sport troppo individuale, mi piace di più giocare con la squadra”.
L’avversario che vorresti affrontare in carriera: “Affrontare un attaccante come Lewandowski è difficile perché lui ha tanta esperienza e non ha bisogno di giocare sempre bene con il senso del goal che si ritrova: questo è molto complicato per un difensore”.
L’idolo da bambino: “Era Christian Eriksen, perché lui ha giocato all’Ajax da centrocampista e io lo sono stato in passato”.
La partita migliore: “Quella contro il Real Madrid, ottavi di finale del 2019”.
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Foto: Twitter Juve