De Napoli: “Maradona bisogna conoscerlo. La Serie A anni ’80 la migliore di sempre”

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Protagonista della trasmissione "Leggende" di Sportchannel 214Fernando De Napoli, ha ripercorso la sua carriera, parlando di tanti aneddoti e tante curiosità, dell'amicizia con Maradona. Unico giocatore italiano a giocare un Mondiale con la maglia dell'Avellino: "E' la cosa più bella che ho fatto -esordisce Rambo-mi ricordo sempre di questo, parlo sempre di questo. Ho fatto il Mondiale 1986 con l'Avellino, una squadra che si doveva sempre salvare. Fare un Mondiale con la maglia dei lupi è un grande orgoglio. Ricordo che il CT era Bearzot e il vice Cesare Maldini. Bei ricordi".  Su Ottavio Bianchi: "E' stato un mio mentore, quello che mi ha fatto arrivare nel grande calcio. Mi ha lanciato e dopo mi volle anche nel Napoli di Maradona".  Sulla Serie A dell'epoca: "E' stato il campionato più importante e bello della storia. C'erano i vari Boniek, Platini, Falcao, Cerezo, Zico, poi arrivò Maradona, Careca, poi ancora gli olandesi al Milan, Van Basten, Rijkaard e Gullit. Insomma, era uno spettacolo. Mi sono divertito davvero tanto in quegli anni. Per me sono stati anni stupendi, anni che non dimenticherò mai". Sul Napoli: "Dall'Avellino chiamarono a casa 4 squadre: il Milan, la Juventus, la Sampdoria e l'Inter. Angelli mi chiamò di persona, Io però scelsi Napoli per restare vicino a casa e perchè mi chiamò Ottavio Bianchi e Pierpaolo Marino che avevo avuto ad Avellino. Firmai il contratto a casa di Pierpaolo ad Avellino. Costai circa 6 miliardi. Napoli mi ha lasciato tanto, le vittorie di quei Scudetti sono leggendarie. Vittorie che hanno dato tanto, i tifosi le ricordano ancora oggi. Eravamo un grande gruppo, compatto, unito. Mi sono divertito tanto, giocare poi con Maradona è stato un sogno".  Su Maradona"E' una persona buona, fantastica, oltre che calciatore che non sto io a raccontarlo. Mi sento spesso con il suo agente. Diego Maradona è una persona da conoscere. Sono rimasto in rapporti buoni con tanti giocatori: Ferrara, Bruscolotti, Romano".  Sul Milan: "Ho vinto tutto, ma sono arrivato infortunato. E' stato bello giocare con Van Basten, ma ho giocato molto poco. Poi ho finito a Reggio Emilia in Serie B. Ci allenava Ancelotti, ha iniziato da lì la sua carriera. Ogni squadra in cui sono stato mi ha dato qualcosa. Il calcio di oggi: "E' solo business, non c'è più cuore, non ci sono più le bandiere. Si vedono troppe partite in tv, lo stadio non è più vissuto come una volta. Lasciamo stare ora il Covid, ma già da anni era così. Spero che si possa tornare a credere nei vivai, credere nei giovani, nei ragazzi. Ammiro l'Atalanta per questo".  Foto: Wikipedia