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De Santis esclusivo: “Vi svelo come è nata l’operazione Denis-Reggina. E quel messaggio…”

02.09.2019 | 00:10

Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano. È il caso di German Denis e l’Italia: l’esperto attaccante classe ’81 è tornato nel Belpaese dopo l’addio nel gennaio 2016, l’ultima esperienza vissuta con l’Atalanta prima di tornare nella sua Argentina (Independiente, Lanus e poi l’avventura in Perù con l’Universitario). Un colpo di assoluto spessore per l’attacco della Reggina, per un calciatore che nella sua lunga e proficua carriera ha sempre dimostrato grande professionalità, qualità fuori dal comune e doti da leader, lasciando ottimi ricordi ovunque abbia giocato. Senza dimenticare i gol, tanti gol: ben 73 realizzati in Serie A con le maglie di Atalanta, Napoli e Udinese. El Tanque riparte dunque dalla Reggina, una piazza gloriosa e ambiziosa, che ha voglia di tornare nel calcio che conta. Per conoscere aneddoti, dettagli e retroscena della trattativa che ha portato Denis dall’Universitario al club amaranto, abbiamo intervistato in esclusiva il suo agente Lorenzo De Santis.

El Tanque che torna in Italia, un colpo di prestigio per la Reggina ma anche per l’intero campionato: come nasce l’operazione Denis?

“Ci tengo molto a raccontarlo, perché questa è una storia di una profonda amicizia oltre che di calcio. Il rapporto con German nasce qualche anno fa, da un incontro casuale allo stadio con Giovanni Panzardi, che da anni lavora con me in Sudamerica, durante una partita del campionato argentino. Lui giocava nel Lanus ed era al seguito della squadra, infortunato. E così ebbi il piacere di conoscerlo e ci vedemmo diverse volte a casa sua tra un asado e una bottiglia di vino per parlare di calcio argentino e delle sue avventure in Italia. Già da allora capì che tipo di persona era: un grande attaccante sì, ma anche un ragazzo umile e di sani principi. E questo ci tengo a rimarcarlo perché sono valori che lui e sua moglie sono riusciti a trasmettere ai loro figli. L’aspetto famiglia è stato molto importante nella vita di German”.

È stato difficile convincere il giocatore ad accettare quello che può sembrare un campionato meno prestigioso come la Serie C?

“Lui è stato subito entusiasta quando ha sentito che a Reggio lo volevano ad ogni costo. Le cifre sono importanti, tra ingaggio e premi, poche squadre di B possono permettersele. German ha sempre avuto un legame forte con l’Italia, anche in passato si sono periodicamente affacciate altre situazioni. Quando è arrivata la chiamata della Reggina, abbiamo capito subito che poteva essere qualcosa di diverso. Per prima cosa perché gli è stato proposto un programma biennale, un progetto nel quale gli è stato chiesto di essere l’uomo immagine, il trascinatore e il bomber della squadra. Un presidente molto ambizioso (Gallo, ndr) e una società entusiasta lo hanno convinto che poteva essere la strada migliore da prendere. Denis ha motivazioni molto forti ed è sicuro di poter entusiasmare i tifosi reggini, altrimenti non sarebbe mai tornato in Italia. La difficoltà più grossa è stata quella di convincere l’Universitario, che aveva con German un contratto di qualche mese e non aveva intenzione di lasciarlo andare. Il trasferimento è stato complicato proprio per questo motivo, ma la volontà di Denis è sempre stata quella di sposare il progetto Reggina”.

Un’accoglienza da star in una piazza importante e storica. Un motivo d’orgoglio in più per aver lasciato il segno in questo trasferimento.

“Sicuramente. German è abituato a giocare in piazze gloriose, però l’accoglienza di Reggio, della città e dei tifosi, della società e del presidente, lo ha veramente colpito in positivo. Ha trovato un ambiente che ha molti punti in comune con il Sudamerica, come la passione. Non a caso si è subito ambientato nella nuova realtà e ci tengo a ringraziare due persone che lo hanno accompagnato con me in questi primi giorni: Roberto Gotti e Matteo Moranda, due suoi amici storici conosciuti ai tempi dell’Atalanta”.

C’erano altre squadre interessate a Denis, magari proprio dall’Italia?

“Sì, c’erano state altre proposte. Nelle scorse settimane c’è stato un interesse del Palermo, che però poi non si è concretizzato. Lo avevano cercato anche il Venezia, la Juve Stabia, mentre nelle precedenti finestre di mercato c’erano stati contatti con la Cremonese. Però è sempre mancata quella scintilla che poi ha trovato nella Reggina. Per riprendere l’aereo e rimettersi una maglia italiana German voleva sentirsi fondamentale nel progetto, voleva sentire la passione”.

Ci puoi raccontare un retroscena, un aneddoto, una curiosità della trattativa?

“Vi racconto questa. Il campionato peruviano è iniziato da quattro giornate e Denis ha giocato le prime tre da titolare. Alla vigilia dell’ultima partita, German riceve un messaggio del direttore Taibi che gli chiede se è interessato a tornare in Italia. Denis subito me lo inoltra chiedendomi – tramite una nota vocale – un parere. Io allora inizio a parlare con il direttore e da lì siamo andati avanti fino alla definizione. Ma non è stato facile anche perché con il Perù c’erano ben 7 ore di differenza e dunque il tempo a disposizione per parlare era davvero pochissimo. Infatti, con la dirigenza della Reggina – in primis con Taibi ma poi anche con il presidente Gallo – ci sentivamo a qualsiasi ora, anche nel pieno della notte”.

Sei un agente molto attivo in Sudamerica e più in particolare in Argentina: secondo te, quali sono
i giocatori pronti per il grande salto nel calcio europeo?

“Io sono molto sorpreso dal fatto che sia rimasto in Argentina – almeno per ora – Matias Zaracho. Si tratta di un centrocampista offensivo del Racing, che ha vinto il campionato ed è stato premiato come miglior giocatore della Primera Division. E’ un classe ’98 che gioca in Nazionale, un talento davvero forte, in grado di fare assist e gol. Sembrava destinato a volare in Europa, invece per me è un grande stupore il fatto che resti al Racing. Un altro calciatore pronto per il salto in Europa è Exequiel Palacios del River, che è stato a un passo dal Real, poi un infortunio lo ha frenato nella seconda metà della stagione. Ma c’è anche Almendra, già accostato a tante big, incluso il Napoli, che a gennaio potrebbe tornare in auge per le società italiane”.

Per quanto riguarda i giovanissimi talenti, che in Argentina non mancano di certo, quali sono invece quelli più promettenti in ottica futura?

“Uno dei più promettenti è senza dubbio Pedro De La Vega, esterno offensivo classe 2001 del Lanus. Ha una clausola rescissoria da 20 milioni di dollari, in estate ci aveva provato anche l’Inter – in sinergia con il Genoa – mettendo sul piatto 10 milioni più una percentuale sulla futura rivendita, ma poi non si è arrivati alla definizione. Segnalo anche il profilo di Matias Palacios, un centrocampista 2002 del San Lorenzo che è stato vicino al Genoa, ma che il club argentino per il momento vuole tenersi stretto perché lo reputa la promessa più interessante di tutte le giovanili”.

Mauro Cossu