DEBUTTO, SELEÇÃO E LIBERTADORES, TUTTO D’UN FIATO: ARTHUR VA DI CORSA, CON IL BARÇA NEL DESTINO
Vestire la maglia di un top club mondiale è il sogno di ogni bambino, a maggior ragione di chi poi intraprende realmente la carriera di calciatore. Certo, per arrivare ad alti livelli servono determinati mezzi tecnico-atletici, ma anche la giusta dose di fortuna: il provino giusto, l'allenatore delle giovanili capace che ti sappia forgiare, l'occasione propizia per iniziare a fare capolino in una prima squadra e via discorrendo. Solitamente chi ha un repertorio importante in qualche modo, alla fine, riesce ad emergere, il calcio è discretamente meritocratico malgrado l’esasperata attenzione per l’aspetto muscolare che ha caratterizzato gli ultimi 20 anni. Un altro discorso però è quello di riuscire ad imporsi al punto da approdare davvero tra le file delle corazzate del pianeta, generalmente dopo un po’ di gavetta che non guasta mai. Però ci sono le eccezioni, quei predestinati a cui bastano pochissime partite per coronare sogni: esordire, diventare subito titolare, conquistare la prima convocazione in Nazionale maggiore, levare al cielo i trofei più ambiti, attirare l'interesse nientemeno che del
Barcellona di
Leo Messi. Il tutto in meno di un anno solare. Un’esplosione dirompente, accecante: è la storia di
Arthur Henrique Ramos de Oliveira Melo, semplicemente noto come
Arthur. Fino a un anno fa di questi tempi aveva collezionato solo qualche gettone di presenza nel campionato statale gaucho, per volontà di
Felipe Scolari, per il resto veniva considerato ancora un gioiellino del settore giovanile del
Gremio, chiaramente palesando numeri fuori dal comune. Poi, l’11 dicembre 2016
Renato Portaluppi, che pochi giorni prima aveva vinto la Coppa del Brasile, lo fa debuttare tra i grandi dopo diverse panchine: uno spezzone da 35 minuti nella ormai ininfluente gara del Brasileirao contro il Botafogo. Da quel momento in poi
Arthur non si è più fermato. Con l'inizio della nuova stagione il biondino nato a
Goiania, il 12 agosto del 1996, diventa un titolare inamovibile. Partita dopo partita, dimostra le sue straordinarie qualità a centrocampo e alla fine mette a referto 40 presenze: 28 in campionato, con un gol al Vitoria, 12 in
Copa Libertadores. Quella stessa Copa che il
Gremio la settimana scorsa ha riportato a casa 22 anni dopo l'ultima volta. Ai tempi fu proprio
Scolari, durante il suo atto I al timone del Tricolor, a mandare in estasi il popolo di
Porto Alegre. Questa volta è toccato all’ex bad boy carioca, nonché meteora
Roma nella stagione 1988-89, divenuto celebre negli anni 80 per la sua sconfinata passione per le donne. Ebbene, Arthur, a coronamento della sua annata sensazionale, è stato eletto miglior giocatore della finale con il
Lanus, pur essendosi infortunato ai legamenti della caviglia dopo 52’ (almeno un altro mese di stop, salterà il Mondiale per Club). Un paio di giorni dopo, il finimondo, a causa di una foto che ha fatto in men che non si dica il giro del web. Non era uno scatto normale: all’esito di un incontro con una delegazione
blaugrana, Arthur si è fatto immortalare con la maglia del
Barcellona indosso. Nessun trasferimento lampo, una semplice mossa di chi sta curando la trattativa per provare a forzare la mano. Il presidente dei campioni del Sudamerica,
Romildo Bolzan, ha difeso il giocatore, reo a suo dire di aver peccato semplicemente di ingenuità. Inoltre, il numero uno del club, nel dichiarare che era a conoscenza del vertice, ha di fatto smentito il vice presidente che aveva già minacciato di ricorrere alla Fifa in seguito alla scorrettezza del Barça. Un Barça che, a detta dello stesso Bolzan, per mettere le mani sul
volante ventunenne dovrà versare interamente i 50 milioni della clausola rescissoria inserita nel rinnovo, fino al 2021, fatto sottoscrivere al calciatore lo scorso ottobre. Mai prolungamento fu più opportuno. Il ventunenne specialista brasiliano, munito di un fisico agile e scattante (172 cm per 67 kg), coniuga alla perfezione qualità e quantità. Più governo che lotta, però. Grande visione di gioco, l’intelligenza tattica dei migliori,
Arthur cuce la manovra ma sa anche interdire. Nelle movenze ricorda
Iniesta, ma fin qui il suo raggio d’azione è stato leggermente più arretrato, da regista vero. “
E' stato un primo incontro per conoscerci, ma non ho ancora firmato nulla. La conversazione con la dirigenza del Barcellona c’è stata, sì, ma affinché io lasci il Gremio è necessario che l’operazione sia conveniente per tutti”. La sensazione è che il
Tricolor possa concedere uno sconto rispetto all’importo della clausola: si tratterebbe comunque di una plusvalenza monstre dal momento che Arthur è un prodotto del settore giovanile del
Gremio, bravo a strapparlo al
Goias, nel cui vivaio il giocatore si era formato fino all’età di 14 anni. Ad ogni modo, per quanto riguarda l’immediato Arthur è proiettato al pieno recupero. Dopo essere entrato nel giro della
Seleção, il 15 settembre la prima convocazione da parte del ct Tite, l’obiettivo è entrare nell’elenco dei 23 per il Mondiale. Con la consapevolezza di chi sa che ci sono buone, se non ottime, possibilità che la sua prossima destinazione sia il Camp Nou. Foto: Twitter Nazionale brasiliana-Daily Mail